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"La casa della Memoria", salvaguardia di una pagina della nostra Storia.

Servigliano | Mercoledì 1 dicembre i comuni di Servigliano e Montegiorgio hanno organizzato un incontro con lo scrittore Diego Zendel. Un incontro che metterà il luce anche la storia del campo profughi di Servigliano.

di Alessio Carassai

Sono molteplici le atività avviate dall'associazione la "Casa della Memoria", come promuove incontri come quello di mercoledì e coinvolgere le istituzioni culturali ed agenzie educative. L’obiettivo è di partire dalla ricerca storica delle vicende che hanno interessato il Campo di Servigliano,  per realizzare un museo vivo, dove si faccia educazione alla pace ed alla solidarietà. Varie attività dicevamo come quella di documentazione con mostre fotografiche: nel maggio 2002 mostra fotografica di Ariano Falzogher ”Le radici della memoria”, maggio 2003 mostra fotografica di Claudio Speranza “Immagini, la verità della memoria", maggio 2004 mostra antologica su Giorgio Perlasca “Il silenzio del giusto”, poi documentazione audiovisiva, raccolta di documenti video originali d’epoca e raccolta di foto.

Attività educative come: visite guidate al Campo, accoglienza di  gruppi, in modo particolare scolaresche, incontri con testimoni o esperti, l’immancabile commemorazione del giorno della memoria ogni 27 gennaio. Attività di studio e ricerca: interventi diversi al fine di stimolare una più ampia riflessione storico culturale sulla storia e sul significato del Campo di Servigliano. Per offrire consulenza ai giovani che vogliono intraprendere ricerche sui temi di storia del Novecento, della pace e dei diritti umani. Rapporti educativi e formativi con le agenzie educative del Fermano, in modo particolare con le scuole, per concretizzare iniziative comuni e individuare temi da proporre per l’approfondimento nelle classi ultime delle scuole elementari , medie e superiori. 

Oltre questo attività di scambio internazionale dovuta all’enorme numero di persone che sono passate per il Campo di Servigliano. Il Campo, infatti, era stato costruito all’inizio del Novecento per accogliere circa 10.000 prigionieri;  dimezzato sotto il fascismo, venne utilizzato per contenere fino a 3.000 prigionieri nella Seconda guerra mondiale, per poi divenire centro di raccolta per i profughi.

E' possibilissimo approssimare in alcune decine di migliaia, il numero delle persone che sono passata da qui e ci hanno probabilmente lasciato lunghi giorni o anni, gravidi di emozioni e di ricordi. Certamente molti di costoro non ci sono più, troppo tempo è passato, ma numerosi sono ancora viventi e desiderosi di ricordare e di rivisitare il luogo che hanno conosciuto in occasione di tristi eventi. Alcuni ex prigionieri inglesi o americani, ne riferiscono articoli di cronaca, già ritornano a ripercorrere queste strade, a visitare ciò che rimane del Campo, a riprendere il contatto umano con le persone di Servigliano o dei paesi vicini che li hanno aiutati nei momenti difficili. Tutto questo turismo di ritorno, dalla forte connotazione umana e storica, trova già una grande attenzione né la “Casa della Memoria”.

Estremamente interessante è il caso della "Monte San Martino Trust", associazione fondata a Londra, che offre borse di studio per apprendere la lingua inglese a giovani, purché parenti di coloro che ospitarono ex prigionieri in fuga dal Campo di Servigliano dopo l’8 settembre del 1943. Nel settembre del 2003 la "Casa della Memoria"  ha sostenuto il "Monte San Martino Freedom Trail", sorta di escursione da Servigliano a Sarnano, per ricordare la fuga dei prigionieri alleati dal Campo di Servigliano. All’iniziativa hanno partecipato alcune decine di persone, di cui circa 20 ex prigionieri inglesi.

25/11/2004





        
  



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