Il 12 novembre prossimo il borgo medievale celebra la figura di uno dei suoi cittadini più illustri: Luigi Cicconi. Alle ore 16.30 presso l’auditorium avrà inizio il convegno “Luigi Cicconi, poeta estemporaneo e il suo tempo”, introdotto dal saluto del sindaco Giovanni Martinelli, dell’assessore alla cultura di Mortasa Giuseppina Franchino Delù e dell’assessore alla cultura elpidiense Antonio Santori.

 

In programma sono gli interventi dello storico Vincenzo Cicconi Massi “Luigi Cicconi una vita avventurosa”, dello storico Sandro Petrucci “Qualche domanda sul Risorgimento”, del giornalista Fabio Rubini “Produzione letteraria e giornalistica del Cicconi, un liberare al servizio dell’Unità d’Italia”, del ricercatore di poesia estemporanea Antonello Ricci “Rapporti tra tradizione popolare e improvvisazione colta fino ai giorni nostri”, della responsabili dell’archivio storico di Sant’Elpidio a Mare Simona Serrani “I documenti manoscritti di Cicconi nell’archivio cittadino”. Alle 19 presso l’oratorio piccolo di San Filippo Neri sarà inaugurata la mostra “Documenti, manoscritti, opere di Luigi Cicconi” e in serata, alle ore 21.15, sarà scoperta una lapide commemorativa presso il teatro comunale che porta il suo nome. Alle 21.30 avrà inizio lo spettacolo “Questa città novella che si noma dal Divo Elpidio…”, letture e improvvisazioni sui testi di Luigi Cicconi, a cura del Laboratorio di Poesia della Marca.

 

Nato a Sant’Elpidio a Mare il 12 novembre del 1804, Luigi Cicconi fu poeta tragico improvvisatore di buona fame.

Laureato in medicina a Roma, all’attività di medico preferì quella di poeta improvvisatore, arte molto in voga a quel tempo.

Seguendo l’esempio del noto Sgricci, improvvisò e stupì i letterati a Macerata, Napoli, Palermo, Firenze, Bologna, Torino, Milano, Venezia. Sulle ali del trionfo andò a Parigi, dove, in contatto con l’aristocrazia intellettuale del tempo, si misurò pubblicamente con l’idolo dei francesi Pradel (al secolo E. G. Predire), uscendo vincitore, incoronato dal grande Lamartine che lo disse un vivo della terra dei morti (così egli definiva l’Italia).

Di sentimenti liberali (compose rime di chiara ispirazione patriottica e fu fra coloro che, al salire al soglio pontificio di Pio IX, inneggiò al papa della liberà e dell’unità nazionale), proprio a Parigi Cicconi venne in contatto con gli intellettuali italiani esuli, come testimoniano le sue lettere ad alcuni protagonisti del Risorgimento.

Trasferitosi a Torino, ottenne vari incarichi fra i quali la direzione della rivista “Museo scientifico, letterario ed artistico”, ed una collaborazione con il “Mondo Illustrato” e “L’antologia italiana”.

Tornato a Sant’Elpidio e subito allontanato dall’allora arcivescovo cardinale Filippo De Angelis, ottenne una cattedra al liceo di Mortasa, città dove morì fra il generale compianto il 25 maggio 1856, e dove è sepolto.