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Marco Calvaresi: “ricettività stabile nel 2004, calo commerciale del 40%”

San Benedetto del Tronto | Intervista al presidente del consorzio turistico “Riviera delle Palme”: “taglio delle tasse insufficiente. Aumentare la redditività delle imprese. Il consorzio torni operativo”

di Giovanni Desideri

Migliorare la qualità della clientela a beneficio dell’indotto e dell’intero comprensorio sambenedettese, rilanciare l’attività di promozione dopo la fase del risanamento del bilancio: sono alcuni dei contenuti di quest’intervista al presidente del consorzio turistico “Riviera delle Palme” Marco Calvaresi.

I dati sul turismo presentati alcuni mesi fa indicano una sostanziale tenuta della ricettività locale. La crisi c’è o non c’è?
“Diciamo che non sono importanti le presenze, quanto invece l’indotto. Se arriva una clientela povera i benefici vanno soltanto a pochi operatori turistici. Sicuramente è diminuito il potere d’acquisto delle famiglie, così abbiamo avuto più arrivi, segno di un territorio vivace e della nostra capacità di attirare persone, ma con meno giorni di permanenza, ovvero un calo nelle presenze dovuto appunto al minore potere d’acquisto. Dovremmo puntare a rilanciare l’indotto.”

In che modo? Abbassando i prezzi o sviluppando quelle strutture a cinque stelle di cui ogni tanto si parla?
“Il problema è il rapporto qualità/prezzo. Pagare 60 € al giorno in un hotel non vuol dire necessariamente risparmiare rispetto a chi spende 70 € ma con una serie di servizi compresi nel prezzo, che quindi non dovranno essere pagati a parte. Al cliente va data certezza, per permettergli di programmare la sua spesa. Ma soprattutto dobbiamo fidelizzarlo con la qualità che offriamo. Il nostro progetto sulla talassoterapia dovrà anche generare coscienza del fatto che i soldi spesi per venire da noi servono per il relax e per ripartire rigenerati al rientro in città. Al contrario, non è possibile fidelizzare la propria clientela solo con i prezzi, perché basterà appunto un prezzo più basso altrove per perderla.”

I prezzi non sono quindi un problema?
“Quest’anno abbiamo fatto comunque una politica di stabilità dei prezzi, alla quale hanno aderito però gli hotel a 4 stelle piuttosto che quelli a 2. Questi ultimi dovrebbero fare se non un esame di coscienza, almeno un po’ di autocritica. Ma ripeto: per il turismo futuro punteremo sulla qualità. Pensiamo ad un cliente che pernotta e consuma la prima colazione, poi gira il territorio, mangia nei ristoranti, negli chalet, visita le nostre cantine, va nei negozi e porta soldi a tutti.”

Un cliente così sembra avere bisogno più di un residence che di un hotel. Ritiene positiva la trasformazione in corso degli hotel in residence?
“Alcune ricerche mostrano che il residence viene scelto dalle famiglie. L’hotel dà invece la possibilità di essere serviti. Sarà il cliente a decidere tra servirsi da solo ed essere servito. Del resto va anche detto che se oggi abbiamo meno alberghi e più residence e più o meno le stesse persone come arrivi e presenze, tutto ciò vuol dire che un calo lo hanno subito gli appartamenti e che i residence lo hanno assorbito, come hanno assorbito la clientela che prima andava negli hotel oggi trasformati. Questo ci permette di puntare come dicevo ad una clientela di qualità: che spende nell’indotto.”

Quest'anno i commercianti hanno lamentato forti cali nelle vendite. Quali sono le cifre di questo calo? Sono cifre che gettano un’ombra sul bilancio della stagione 2004?
“Direi che il calo nel commercio si attesta sul 30-40%. Quanto al 2004, abbiamo avuto un anno in chiaroscuro: le cifre ci hanno dato ragione da un punto di vista numerico, ma c’è stato un crollo dei consumi.”

Il taglio delle tasse aiuterà il rilancio dei consumi?
“Il taglio delle tasse non basta. Bisogna invece aumentare la redditività delle imprese, per permettere loro di fare innovazione e ricerca.”

Qual è la strategia del consorzio per l’immediato futuro?
“Stiamo ancora aspettando i flussi turistici del 2004, ovvero la provenienza della nostra clientela. Diciamo che l’Umbria rappresenta la regione in cui con una spesa minima otteniamo risultati eccezionali, anche per via della vicinanza. Ma questo a volte induce le persone a trascorrere solo una giornata da noi, ripartendo la sera. Un nostro tradizionale cavallo di battaglia resta la Lombardia. Lo scorso anno non abbiamo potuto fare promozione sull’estero per ragioni economiche. Rilanciare questo tipo di promozione è molto importante, ma senza inseguire chimere, per esempio nuovi paesi come la Cina, che nell’immediato non possono darci alcun risultato.”

È chiusa la fase delle grandi mostre e dei buchi nel vostro bilancio?
“La parentesi è chiusa. Ero e rimango contrario alle mostre come promozione. Sono state fatte operazioni commerciali, che non hanno portato arricchimenti culturali. Penso che il consorzio abbia definitivamente abbandonato questo filone. Invece confido molto nel risanamento del nostro bilancio. A gennaio convocherò un’assemblea determinante per il nostro futuro, in cui dirò ai soci che il consorzio dovrà avere la possibilità di agire e tornare operativo. Altrimenti ognuno si prenderà le proprie responsabilità.”

Soci del consorzio e referenti istituzionali: come sono i rapporti?
“Dalla mia elezione nel giugno 2003 abbiamo dimostrato di saper dare gli input giusti alle amministrazioni. Qualche volta non siamo stati ricambiati rispetto al nostro impegno. Il consorzio non è la panacea a tutti i mali che affliggono il settore, ma può dare un sostegno a tutto il territorio, piuttosto che al singolo Comune o al singolo ente. Quanto ai soci, non vorrei scendere nel dettaglio, ma vorrei che si capisse che siamo tutti sulla stessa barca e che costi e benefici riguardano tutti. La mia speranza è di ottimizzare sempre più le poche risorse che ci arrivano. A qualche ente o amministratore rivolgo la preghiera di lavorare a beneficio di tutti. Se dovessi fare un rimprovero, direi che è il momento di lavorare più per ottenere risultati concreti che non per la visibilità attraverso convegni o autocelebrazioni.”

Come giudica il ritorno di Mozzoni alla guida dell’Assoalbergatori?
“Per quanto mi riguarda, indipendentemente da chi è il presidente il consorzio deve sempre dialogare con l’Assoalbergatori. Il consorzio senza albergatori è come una chiesa senza prete. Detto questo, sono contento che il presidente sia Mozzoni, che oltre a essere una persona illuminata è anche molto disponibile al dialogo.”

Nuovo PRG e lavori pubblici: cosa vi aspettate e come giudicate la situazione attuale?
“Sul PRG, a livello informale la nostra proposta è stata quella di premiare quegli operatori che restano nel settore alberghiero, incentivandoli anche con aumenti di volumetrie. E disincentivando chi vorrebbe trasformare la propria struttura in appartamenti residenziali. La trasformazione in residence, come dicevo, a noi va ancora bene. Quanto ai lavori, chiediamo di continuare con la riqualificazione del centro, che è un ottimo biglietto da visita, di dare una valenza turistica alla ex Gil, trasferendo altrove l’università, di rendere presto operativa la nuova darsena turistica, di completare il Palacongressi per renderlo pienamente fruibile e dare una grossa opportunità alla città. Infine e non meno importante, di portare ad una condizione ottimale strade e marciapiedi e di riqualificare l’Albula, fino alla foce.”

Il consorzio risente della litigiosità dell’amministrazione comunale di San Benedetto?
“Noi abbiamo la fortuna di lavorare autonomamente, senza implicazioni politiche. Sicché non risentiamo della litigiosità. Ma diciamo anche che lavorando per costruire piuttosto che per distruggere si possono conseguire ottimi risultati come il nuovo lungomare.”

17/12/2004





        
  



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