E’ stato approvato in consiglio comunale il regolamento per il Sad, il servizio di assistenza domiciliare che coinvolge oggi 33 utenti, mentre 24 sono le persone in lista d’attesa. La bozza del Regolamento che è stato approvato è il risultato del lavoro svolto dal gruppo tecnico dell’Ambito Sociale XIX, che ha condotto alla definizione di un unico regolamento per tutti i comuni dell’Ambito approvato a settembre dal Comitato dei Sindaci.

 

 Il regolamento del comune di Porto San Giorgio, che presenta integrazioni e aggiunte rispetto a quello dell’Ambito Sociale XIX, si propone di far fronte ad emergenze per inabilità temporanea per soggetti soli e senza reti di prossimità, ma anche di definire una diversificazione maggiore delle fasce di reddito ISEE per ciò che riguarda la compartecipazione dell’utente al costo del servizio. E’ stata inoltre definita una no tax zone, una soglia di reddito Isee (Indicatore della situazione economica equivalente) al di sotto della quale non si paga il servizio e che per un componente è fissata a 7500 euro.

 

E’ stato inserito anche un riferimento preciso al fatto che il Sad si inserisce all’interno di una politica di servizi agli anziani che, in attuazione alla legge 328/2000, deve anche considerare le nuove forme di cura a domicilio svolte da cittadine straniere e la possibilità di erogare, sulla base di apposito regolamento, assegni di cura per sostenere le famiglie nella cura degli anziani.

 

E’ stato infine predisposto un contratto assistenziale tra l’utente e il comune che definisce chiaramente i diritti e doveri dell’uno e dell’altro: questo al fine di tutelare l’utente ma anche gli operatori socio-assistenziali che così hanno corrette informazioni per lo svolgimento del loro servizio.

 

 Commenta l’assessore Baldassarri: “La riflessione che abbiamo affrontato aveva un obiettivo chiarissimo: maggiori garanzie e qualità dei servizi offerti ai cittadini. La definizione delle regole è anche un'opportunità per ridisegnare il modo di essere dell'assistenza domiciliare nel quadro di una politica più generale della domiciliarità. Le prestazioni di servizio affidate all'assistente domiciliare mirano innanzitutto a favorire l'autosufficienza della persona e la sua tutela igienico-sanitaria, aiutandolo nell’igiene personale, nella corretta deambulazione, nella preparazione dei pasti, nell’aiuto domestico, nella cura della persona, negli interventi sull'abitazione, nel fare la spesa, nell’accompagnamento ed in altri servizi complementari. Inoltre l’assistente domiciliare provvede anche alle attività di segretariato sociale, come ad esempio il disbrigo di pratiche burocratiche e di altre commissioni esterne e a tutti gli interventi finalizzati a favorire la socializzazione e il sostegno psicologico del paziente. In quest’ottica il servizio di assistenza domiciliare diventa uno strumento volto a migliorare la qualità della vita delle persone anziane e a garantirne il pieno rispetto dei diritti. La domiciliarità è, quindi, non soltanto un restare a casa, ma essenzialmente conservare il diritto di decidere della propria vita anche quando si è in condizioni di non autonomia”.