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“La Croce del Sud”, per un aiuto in Asia

San Benedetto del Tronto | Dopo l’iniziative di “Natale senza fame” a Marajò, l’attenzione dell’associazione missionaria si sposta nei luoghi del maremoto. Un aiuto concreto alle popolazioni colpite e ai missionari che operano in quei luoghi. Tutti uniti per la solidarietà.

di Adamo Campanelli

Tra alcuni giorni, il 14 gennaio, partirà, il presidente dell’associazione missionaria “Croce del Sud”, Don Domenico Ciabattoni e tornerà in Brasile a Marajò in Amazzonia dove continuia a seguire e mantenere il progetto della nave ospedale Madonna del Soccorso, lo farà con alcuni volontari, disposti a dare un aiuto concreto in loco.
 
Di ritorno, invece, il dottor Giuseppe Romani che racconta la sua prima esperienza nelle terre brasiliane dove con l’aiuto di Domenico Luciani, ha consegnato a 800 famiglie altrettanti pacchi solidali durante il periodo natalizio, con alimenti base come il riso, lo zucchero, farina, fagioli dolcetti e giocatoli per i bambini.
 
“Una organizzazione nella distribuzione- afferma Romani- in modo da regalare ad ognuna delle 800 famiglie una settimana più serena, un progetto che visti i 400 pacchi del 2003 e i previsti 500 del 2004 arrivati a 800, ci rende felici dell’opera che stiamo compiendo”.
 
“Molte le difficoltà sanitarie che ho dovuto affrontare – continua- magari quelle popolazioni avessero la nostra Sanità! Ho dovuto rispolverare sulla pratica nozioni e malattie studiate solo nei libri qui in Italia!”
 
Durante l’incontro sono state presentate le iniziative per aiutare le vittime del maremoto in Indonesia.

”La nostra associazione missionaria – afferma Ciabattoni- si adopera fin da subito per accogliere finanziamenti per la ricostruzione di un mondo quasi totalmente distrutto come l'isola di Nias davanti a Sumatra in Indonesia.
Ricordiamo che in Indonesia opera padre Silvano Laurenzi missionario saveriano e Padre Paolo Aureli missionario passionista entrambi della diocesi di San Benedetto del Tronto.
Per questo motivo dopo aver preso contatti con i nostri missionari vogliamo portare all'attenzione della nostra popolazione la possibilità di sostenere alcune iniziative mirate e dirette.”
 
“Per il momento metteremo da parte il progetto del centro di accoglienza a Marajò dando priorità alla ricostruzione a Nias di una abitazione civile per una famiglia e un asilo, oltre al discorso delle adozioni  a distanza che ogni cittadino è invitato a fare”.- conclude-
 
Quindi la macchina della solidarietà deve continuare a produrre con ogni mezzo: finanziario, tramite donazioni economiche e di beni di prima necessità, umano, attraverso esperienze concrete di aiuti umanitari in loco e a distanza.

11/01/2005





        
  



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