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Intervista a Luciana Sbarbati

| STRASBURGO - intervista all'eurodeputato marchigiano sui temi della risoluzione appena approvata.

di Maria Teresa Antonelli


Intervista a Luciana Sbarbati (Gruppo dell’Alleanza dei Democratici e dei Liberali per l’Europa, Membro della presidenza del Parlamento Europeo) raggiunta telefonicamente a Strasburgo subito dopo il voto di oggi del Parlamento europeo che ha approvato con 500 si', 137 no e 40 astensioni la risoluzione con la quale si addotta la Costituzione europea.
 
Più diritti, più democrazia e più apertura: sono questi i punti essenziali della risoluzione che avete appena approvato. Concorda con questi punti?

Sicuramente, sono queste le parole chiave che sostengono la costituzione e che rafforzano i diritti dei cittadini grazie alle nuove disposizioni che agevoleranno la partecipazione delle parti sociali, delle associazioni rappresentative e della società civile alle deliberazioni dell’Unione. La serie di valori comuni su cui si basa l’Unione e che crea uno stretto legame tra i suoi cittadini, viene poi esplicitata ed estesa.

Da più parti si lamenta un deficit di democrazia per l’Europa “accusata” di essere complice della demolizione della spesa sociale, permissiva verso la precarizzazione del lavoro, incerta nel ripudio della guerra.
Che cosa ne pensa di queste posizioni, rafforzate dall’annuncio fatto da Fausto Bertinotti della manifestazione del 29 gennaio a Barcellona, in cui la Sinistra Europea ribadirà ad alta voce il suo “no” a questo trattato costituzionale.


Il fatto che la Costituzione non sia perfetta, implica di per sé la clausola della perfettibilità. “L’ottimo è il nemico del fine” e pertanto essa potrà essere rivista e migliorata nelle sue parti insoddisfacenti. Da tenere comunque presente
l'inserimento  della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea nella Parte II della Costituzione, il che significa che tutte le disposizioni del diritto dell'Unione europea e tutte le azioni avviate dalle istituzioni dell'Unione europea o basate sul diritto dell'Unione europea dovranno essere conformi a tali norme. Inoltre l'Unione europea dovrà aderire alla Convenzione europea dei diritti dell'uomo, sottoponendosi pertanto alla medesima revisione esterna cui sono soggetti i suoi Stati membri.

Inoltre  l'introduzione del “diritto di iniziativa” dei cittadini europei consentirà agli stessi di presentare proposte su argomenti in relazione ai quali ritengano che un atto giuridico dell'Unione sia necessario per attuare la Costituzione;i singoli individui avranno così maggiore accesso alla giustizia nel quadro della legislazione dell'Unione europea. Il conferimento all’Unione di uno status giuridico migliorerà la sua capacità di agire e di sviluppare strutture comuni, permettendo così ai nuovi arrivati di conformarsi al nuovo percorso.

Dopo il sì del Parlamento, ora tocca agli Stati membri ratificare il tratta costituzionale entro il primo semestre del 2006, in modo che la Costituzione possa entrare in vigore il 1° novembre dello stesso anno. Lo scorso 11 novembre la Lituania è stato il primo Paese a procedere alla ratifica, mentre il 20 dicembre lo ha fatto l'Ungheria. Nove Paesi decideranno via referendum (la Spagna sarà il primo, il prossimo 20 febbraio), altri tredici, tra cui l'Italia e i due già citati, per via parlamentare, mentre tre Stati membri non hanno ancora deciso a quale strumento ricorrere per la ratifica.


 

12/01/2005





        
  



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