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Infrastrutture viarie e Quadrilatero: intervento dell’assessore Modesti

| ANCONA - “Garanzie sui finanziamenti statali e concertazione con gli enti interessati”.

L’assessore regionale ai Lavori Pubblici, Cataldo Modesti, interviene sui problemi delle infrastrutture viarie marchigiane e sulla Quadrilatero, in particolare.

“Assistiamo di nuovo a polemiche sulla inadeguatezza delle infrastrutture per la mobilità nella nostra regione e, in particolare, in merito alla Quadrilatero. Si possono avere opinioni diverse sulle cause e sulle responsabilità (antiche), ma non si possono capovolgere i dati reali. I fatti sono fatti e sono i seguenti.

Il programma delle infrastrutture viarie, denominato Quadrilatero (76, 77, Pedemontana, Flaminia), è nato nella primavera del 1999, a seguito del terremoto del ‘97. Il 21 aprile 99 fu sottoscritta l’intesa istituzionale di programma tra il presidente del Consiglio dei Ministri, Massimo D’Alema e il presidente della Regione, Vito D’Ambrosio. Il 7 maggio ’99, tra il ministero delle Infrastrutture e l’assessore regionale ai Trasporti, fu sottoscritto l’Accordo di programma quadro sulla viabilità, in attuazione dell’Intesa siglata.

Con tale accordo lo Stato stanziò una somma pari a circa 522 miliardi di lire. Da quel momento si mise mano alla redazione dei progetti. La Regione ha seguito direttamente la progettazione della Pedemontana, affidandola, a seguito di bando, alla società Bonifica. Il progetto, da qualche tempo, è approvato con tutte le autorizzazioni necessarie. Per le altre strade la progettazione è curata dall’Anas.

Con l’avvento del governo Berlusconi e il varo della cosiddetta legge obiettivo è stato stravolto il percorso iniziato. Da un lato, si sono espropriati gli enti locali e le Regioni dei loro poteri di programmazione e di governo del territorio.

Dall’altra parte, con la costituzione della Quadrilatero SpA (Società privata, i cui soci – Anas e Sviluppo Italia – sono pubblici e operano con denaro pubblico), si fanno gestire in forma privatistica ingenti somme di finanziamenti pubblici.

In sostanza, tutta l’operazione non ha fatto altro che rallentare l’esecuzione delle opere. Con le procedure ordinarie, a questo punto, ci sarebbero stati alcuni cantieri aperti.

Naturalmente l’obiettivo principale è quello di realizzare le infrastrutture e, nonostante le forzature del Governo nazionale, la Regione Marche ha fatto e farà la propria parte.

Per andare avanti la Società Quadrilatero deve avere l’Intesa della Regione, come previsto dalla sentenza della Corte costituzionale, quando si è pronunciata sui ricorsi di alcune Regioni contro la legge obiettivo. Tale intesa è subordinata a due condizioni irrinunciabili:

a – la garanzia sulla copertura finanziaria a carico dello Stato, qualora la percentuale prevista a carico del territorio (17-20%) non si realizzasse, come da previsione del Pav (Piano di area vasta) predisposto dalla Società Quadrilatero. Ciò poiché i bilanci degli enti locali sarebbero ingessati per alcuni lustri per coprire la parte mancante;

b – la certezza che le eventuali modifiche agli strumenti di programmazione territoriale della Regione e degli enti locali (Pit, Ptc e Prg) che si renderanno necessarie per l’attuazione del Pav (in particolare le cosiddette aree leader) dovranno essere concordate con gli enti interessati.
Da ultimo c’è bisogno di chiarezza e certezza sulla copertura finanziaria. Il costo totale delle opere è stimato in 2.157 milioni di euro. Le somme disponibili ammontano a 1.060 milioni di euro, compresi i 900 previsti dalla delibera Cipe del 27 maggio 04 (ancora non pubblicata)”.

14/01/2005





        
  



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