Non è possibile cambiare il volto della città senza coinvolgere nessuno! Non sono esigenze parziali, se pur legittime, a poter determinare scelte irreversibili dal punto di vista urbanistico.

 

Così, il ventilato spostamento, da parte della Zona Territoriale13, del poliambulatorio dall’ex GIL all’ospedale Mazzoni, ci trova contrari in quanto va ad aggravare la già disarticolata programmazione urbanistica del Comune di Ascoli Piceno.

 

Riteniamo che deve essere presto completato e reso funzionale il fabbricato dell’ex GIL per la destinazione sanitaria che già ha come vincolo e nello specifico della funzione poliambulatoriale.

Così come devono trovare soluzione i rapporti economici tra Zona 13 e Comune, da anni debitore di cinque miliardi di vecchie lire, in quanto si sta configurando un danno sociale ed economico rilevante per tutta la città.

 

Lo spostamento di un servizio così importante produrrebbe, inoltre, un impoverimento ulteriore del sistema Centro storico e caricherebbe di traffico l’asse centrale di Monticelli già fortemente congestionato.

 

La nostra preoccupazione è forte in quanto non esiste uno strumento urbanistico almeno di indirizzo attuale collettivamente ragionato e questo ha portato ad una sommatoria di varianti urbanistiche pensate a francobollo senza nessuna visione di insieme.

 

Tra queste, la realizzazione di strutture direzionali e residenziali a Viale Indipendenza ed il Contratto di Quartiere di Monticelli con la realizzazione di piattaforme commerciali, alberghi, servizi, abitazioni produrrebbero un carico urbanistico, un addensamento di traffico nella zona est della città che diventerebbe sempre meno vivibile.

 

Il Sindaco Celani rilascia ancora dichiarazioni preoccupanti: parla di un incremento demografico di 15.000 abitanti della città di Ascoli e per far ciò vorrebbe pesantemente urbanizzare la zona di Campolungo, finendo così per realizzare la “periferia mostro” Monticelli-Campolungo che darebbe un colpo mortale all’ equilibrio urbanistico della città.

 

Lo stesso Sindaco che ha avviato in questi anni ha attivato altre varianti urbanistiche, per centinaia di migliaia di metri cubi di cemento, definite ora come Accordi di Programma, ora come project financing, ora come Programmi Integrati ora come Contatti di Quartiere ecc.. Tali interventi, caratterizzati, anch’essi, dalla episodicità ed attivati senza un progetto unitario e condiviso di sviluppo della Città, dopo anni rimangono irrealizzati.

 

“Gridano vendetta” i quindici miliardi di vecchie lire ancora inutilizzati per la realizzazione del Polo Universitario. “Case Minime” è stato bersagliato da sentenze del TAR, da ricorsi di altre ditte e dall’avversità dell’Istituto Autonomo Case Popolari. Il Tirassegno è sotto il vincolo della sovrintendenza.

 

Nel quadro di una politica urbanistica comunale così problematica si vuole invitare la direzione della Zona territoriale a  realizzare il Poliambulatorio all’ex GIL per non aggravare una situazione già potenzialmente compromessa.