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Lettera aperta all’Ulivo di San Benedetto del Tronto

| “L’Ulivo è chiamato a ricostruire la nostra città e ad avviare una nuova fase di sviluppo”

di Tonino Armata*

Con riferimento all’appello di Giovanni Gaspari e Orlando Ruggeri all’unità del centrosinistra (cena di fine anno della Margherita) e all’appello dell’assessore Luciano Agostani sulla lista unitaria per l’Ulivo marchigiano (vedi “articoli connessi”), come libero cittadino mi permetto sommessamente d’intervenire nella discussione, con questa lettera aperta all’Ulivo di San Benedetto del Tronto, con la quale penso di dare un piccolo contributo per superare “L’inferno dell’opposizione” dentro e fuori il consiglio comunale e preparare il nuovo gruppo dirigente per il prossimo governo della città.

Da ora, alla fine della legislatura, per fare una corretta ed efficace opposizione a questa maggioranza di destra, occorre innanzi tutto costruire e diffondere la cultura dell’Ulivo. L’Ulivo è chiamato a ricostruire la nostra città e ad avviare una nuova fase di sviluppo. E’ necessario lavorare insieme, per far uscire la città dalla crisi in cui versa e dare serenità e fiducia a tutti i sambenedettesi.

Nel panorama politico l’Ulivo, nonostante le difficoltà, rappresenta l’elemento di maggiore novità e originarietà. L’Ulivo ha segnato il superamento delle due anomalie simmetriche che hanno bloccato lo sviluppo della Democrazia; quella legata alla cosiddetta questione cattolica, da un lato, e quella della questione comunista dall’altro. Il superamento delle due questioni era e rimane condizione d’approdo alla democrazia dell’alternanza: occorre recuperare e proporre ai cittadini sambenedettese, tutto lo spessore culturale dell’intuizione originale: la formula dell’intesa e della collaborazione fra le tradizioni riformistiche, liberal democratica socialista, cattolica, comunista ed ambientalista.

Ma per questo occorrono strumenti nuovi, originali e aggiuntivi rispetto ai partiti: servono circoli, comitati, associazioni, movimenti, i quali, offrano possibilità nuove di partecipazione politica. Non si possono mobilitare queste energie e realtà di base solo nel momento elettorale, si devono assumere iniziative nel consiglio comunale e nella città, su un’agenda alternativa e condivisa da moltissimi cittadini sambenedettese. Per fare questo ci vorrà  “passo lungo e  tempo giusto”. Si dovrà evitare l’errore della passata tornata elettorale comunale e prendere speditamente la strada della Federazione riformista e della Grande alleanza democratica.

Qual è stato l’errore? Quello di non radicare l’Ulivo nella città. Certo i partiti sono importanti ma devono rendersi conto con atti concreti che il progetto dell’Ulivo non è una semplice intesa tra forze politiche: è una prospettiva che esige un diverso stile, una più alta moralità della politica, e non solo la valorizzazione delle appartenenze storiche ma anche l’esaltazione delle competenze e delle energie di cui è ricca la società sambenedettese. A questo punto che fare?

1) Dura opposizione comune dell’Ulivo nel consiglio comunale. 2) Organizzare una struttura che comprenda consiglieri ed esponenti esterni (società composita) alla vita consiliare, per elaborare proposte alternative alle scelte della maggioranza di destra. Insomma, elaborazione comune, opposizione fatta in comune: così l’Ulivo metterà le sue radici. E sugli appuntamenti fondamentali si mobiliterà la città.

Per finire, il compito dell’opposizione, dovrà essere più ampio di quello pur necessario del confrontarsi nel consiglio comunale, con il Sindaco e la sua giunta: ancora più impegnativo sarà il compito dei cittadini d’esser presenti nella città in forme nuove ed efficaci, per capire le ragioni della vittoria della destra, per ricostruire circuiti di partecipazione che coinvolgano il mondo giovanile per dare spazio e mantenere viva una tensione verso il futuro. In una parola per costruire l’alternativa.

P.S. Come cittadino dell’Ulivo, sono convinto che le prossime elezioni regionali siano un banco di prova per la costruzione di una vera, sincera, unità nell’Ulivo e che la frammentazione politica e la mancanza del simbolo dell’Ulivo alle regionali rappresentino un grave errore. Per  questo ritengo fondamentale la battaglia che il professor Prodi sta conducendo per le liste unitarie dell’Ulivo e lo sollecito a proseguire in questo suo sforzo di federare ed unire nella chiarezza il centrosinistra garantendo in ogni caso la presenza di un chiaro riferimento dell’Ulivo nelle liste ragionali.

22/01/2005





        
  



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