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I Fly emozionano al Bitches Brew

San Benedetto del Tronto | Grande serata quella di ieri al celebre jazz club sambenedettese che ha visto protagonisti i Fly, affermato trio della scena jazzistica d'avanguardia newyorkese.

di Andrea Castelli

Grande serata quella di ieri sera all’ International, serata che ha visto protagonisti , per la seconda data di questo ciclo i Fly.

Gruppo dell’avanguardia newyorkese, probabilmente uno dei più preparati trio nel mondo del jazz contemporaneo, riunisce per l’appunto tre fra i musicisti più preparati della scena mondiale , tutti e tre con un notevole background alle spalle.

Il gruppo è formato da Mark Turner al sax, sassofonista di grande personalità e che col tempo è riuscito a trovare uno stile personale capace di fraseggi complessi e di grande effetto, Jeff Ballard alla batteria, membro sempre preciso e di grande preparazione, e Larry Granadier, contrabbassista che grazie alle sue fantastiche capacità ha collaborato al successo di miti del jazz, dando un fondamentale contributo appunto nel trio di Brad Meldhau o in quello di Chick Corea.

Il Bitches Brew li aveva già visti protagonisti del proprio palco nel 2002 come trio, mentre Grenadier vanta una apparizione in più dei compagni al fianco di Brad Meldhau lo scorso anno.

Formatisi ufficialmente nel 2004, possono però essere accreditati insieme per la prima volta nel 2000, per aver partecipato tutti e tre ad un progetto di Chick Corea chiamato “Operations”, i Fly riescono “ad unire progressivamente parecchi e distinti elementi musicali, tradizione, storia e mistero”.

E questo lo hanno dimostrato ampiamente durante la serata di ieri, dove in due set e un bis concesso a grande richiesta, hanno dato conferma della loro capacità e versatilità, capaci di alternare magistralmente e naturalmente parti corali a eccellenti parti soliste, senza far pesare al contesto generale eccessi di personalità.

A questo proposito lo stesso Grenadier sostiene che “…una delle nostre caratteristiche è la negligenza nel concetto tradizionale di role playing…”, dichiarando ( e confermando dal vivo) che “ogni strumento sposta costantemente la propria funzione” quasi che potrebbero scambiarsi i ruoli e far funzionare tutto allo stesso modo e con la stessa efficacia.

Eccellente il feeling che hanno dimostrato durante i brani della scaletta, brani composti per la maggior parte dal sassofonista Mark Turner e presentati puntualmente in un italiano quasi perfetto (per essere uno di lingua inglese) da Ballard, sempre più assomigliante ad un attore hollywoodiano.

Grande serata dunque che ha visto il ritorno del jazz club nel 2005.

Club che si aspetta una forte affluenza di pubblico anche per il prossimo, importante evento che si terrà sabato 19 febbraio e che vedrà la partecipazione di Allan Holdsworth, celebre virtuoso della chitarra, che si esibirà insieme al suo gruppo.

Dunque non si potrà mancare.

24/01/2005





        
  



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