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Piunti: “L’assessore Gobbi prenda esempio dal suo collega di Macerata”

Ascoli Piceno | "Mi sembra illuminante segnalare all’assessore Gobbi l’esempio di Macerata, la cui Amministrazione provinciale, stesso colore politico della Giunta Rossi, ha destinato ai beni culturali ben il 67% dei fondi a disposizione".

di Pasqualino Piunti

Pasqualino Piunti

Con la ponderatezza che l’assessore provinciale Gobbi mi riconosce, vorrei smentire per amor di verità alcuni passaggi della sua replica alle mie osservazioni sulla ripartizione dei fondi per la cultura decisa dalla Giunta Rossi.

Io non ho mai contestato la filosofia della legge regionale 75/97, che è assolutamente chiara e condivisibile, bensì l’attuazione concreta che la Provincia ne ha dato. Quello che non condivido sono le scelte provinciali per ripartire i fondi: scelte di cui l’assessore Gobbi deve assumersi la responsabilità.

I fatti sono che la Provincia, dell’intera torta da ripartire, ha assegnato complessivamente ai beni culturali – e quindi musei, biblioteche e archivi – solo il 35%, lasciando la ben più cospicua fetta di finanziamento alle attività (cinema, teatro, mostre). Si tratta di una scelta: legittima sul piano tecnico, ma censurabile sotto l’aspetto politico.

Mi sembra illuminante segnalare all’assessore Gobbi l’esempio di Macerata, la cui Amministrazione provinciale, stesso colore politico della Giunta Rossi, ha destinato ai beni culturali ben il 67% dei fondi a disposizione.

Inoltre, invito la Gobbi a non diffondere notizie inesatte, come quella di un tetto massimo del 25% per contribuire ai progetti. In realtà, i contributi della legge 75 in fatto di beni culturali possono concorrere fino al 65% della spesa di ciascun intervento.

Con questa politica culturale, è facile immaginare quanto aiuto il Comune di S. Benedetto possa ottenere dalla Provincia nella realizzazione dei progetti che abbiamo in cantiere, in primis quello del Polo museale del mare. Se poi l’assessore Gobbi ritiene che progettare un Museo del mare, e per questo chiedere precisi e adeguati finanziamenti, significhi “ragionare in termini municipalistici o egemonici”, chiedo al presidente Rossi se questa sia la concezione della politica culturale della sua Amministrazione che, è noto a tutti, ha nel suo esecutivo tanti tecnici ma pochi politici legittimamente indicati dai cittadini.

E forse è proprio questo il suo limite più evidente.

27/01/2005





        
  



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