L'Introduzione della Razza Bovina Marchigiana in Albania
San Benedetto del Tronto | Resoconto del convegno internazionale.
Ministero delle Attività Produttive italiano, Regione Marche, Ministero dell'agricoltura e dell'alimentazione albanese. Questi soggetti istituzionali insieme a una società di San Benedetto del Tronto, la Comes, hanno reso possibile la realizzazione di un progetto pilota di grande significato economico e sociale. I risultati di questa iniziativa sono stati illustrati in un convegno internazionale organizzato a Ripatransone (AP) e che ha visto la presenza di autorevoli rappresentanti di tutte le istituzioni, le categorie imprenditoriali e le associazioni di categoria interessate.
La Razza bovina "Marchigiana" negli allevamenti dell'Albania, dunque. Il progetto di sviluppo sostenibile, avviato un anno fa dalla società Comes di San Benedetto del Tronto, è decollato. Le venti manze gravide, giunte nel porto di Durazzo a luglio dello scorso anno, si sono ambientate perfettamente nel nuovo ambiente. Agli inizi del 2005 il numero delle nascite è stato di 14 vitelli: 11 femmine e 3 maschi.
Nella Rossa del palazzo del municipio di Ripatransone (AP) sabato scorso si è tenuto un convegno internazionale nel quale sono stati presentati i risultati di questo anno di esperienza. Prima i saluti del sindaco di Ripatransone, Paolo D'Erasmo, che ha sottolineato come non sia stata casuale la scelta del comune ascolano: un territorio - ha precisato il primo cittadino - ad alta vocazione agricola e, in particolare, fortemente caratterizzata da allevamenti di bovini di razza Marchogiana. Dopo il sindaco ha preso la parola Emidio Albanesi, responsabile Comes per il Progetto Marchigiana che ha illustrato tutte le fasi del progetto e ha sottolineato come la strada tracciata da questo progetto pilota possa essere replicata in tutta l'area dei Balcani meridionali vedendo in prima fila le istituzioni e l'imprenditoria marchigiane. (La relazione è riportata di seguito).
Quindi l'intervento di Iljrian Dano, Presidente del Consiglio regionale di Fier, Regione nella quale si trova l'allevamento (località Cerme) di Marchigiana. Il Presidente Dano, che ha visitato prima del convegno il museo di Ripatransone e ha sottolineato con emozione come le tradizioni culturali e agricole del Piceno siano simili a quelle che connotano il passato dell'Albania. Entrando nello specifico del progetto il Presidente Dano ha manifestato il suo apprezzamento per l'intervento italiano in Albania, auspicando future collaborazioni nel settore agroalimentare.
L'impegno della Regione è stato sottolineato dalla dottoressa Lucia Marini, funzionario del Settore Agricoltura, che ha rappresentato l'assessore all'Agricoltura Luciano Agostini, impossibilitato a partecipare per l'eccezionale nevicata del fine settimana. La dottoressa Marini ha messo l'accento sulle diverse azioni svolte dalla Regione per contribuire al buon andamento dell'iniziativa. In particolare ha rimarcato i diversi momenti di formazione, organizzati proprio dalla Regione, grazie ai quali manager, tecnici e maestranze albanesi sono stati nella Marche per migliorare le loro cognizioni riguardo alla gestione degli allevamenti bovini, dall'organizzazione del lavoro in stalla, alle produzioni foraggiere per l'alimentazione dei capi, al controllo della qualità della razza e delle carni prodotte.
L'assessore Ubaldo Maroni, in rappresentanza della Provincia insieme al consigliere Remo Bruni, ha focalizzato il suo intervento sulle potenzialità del distretto agroalimentare della Provincia proprio in funzione di una sempre più stretta collaborazione con la vicina Albania.Viktor Puka, dell'Associazione Alba Markexhana di Tirana, partner albanese del progetto, ha messo l'accento sull'importanza di dare seguito al progetto, in particolare con un azione che porti, per primo, alla realizzazione in Albania di un'anagrafe bovina.
Elemento fondamentale per la certificazione di un'autoproduzione alimentare e per la cui realizzazione l'esperienza maturata nel settore dal sistema-Marche sarà fondamentale. Bruno Bucciarelli, Presidente della Federazione Terziario Avanzato dell'Assindustria di Ascoli Piceno, si è soffermato sull'importanza dei controlli riguardo il rischio-ogm. Attenzione che deve essere più forte proprio quando si va ad agire in territori che hanno impellenti necessità di sviluppo. Ogm - ha detto il presidente Bucciarelli - che sono particolarmente in agguato quando si parla di produzioni foraggiere per l'alimentazione dei bovini.
Italo Cocci, Amministratore delegato della società Belsito, ha voluto precisare come il progetto voglia fare scuola anche riguardo i rapporti fra l'Italia e nazioni che hanno bisogno di interventi internazionali per modernizzare le loro filiere produttive. Questi bovini - ha detto Cocci - non torneranno in Italia, come succede per altri prodotti, a costo ribassato in quanto in loco la manodopera è più a buon mercato. Serviranno solo ed esclusivamente all'autosostentamento alimentare dell'Albania. L'AD di Belsito, una delle società italiane partner del progetto, ha poi auspicato un sempre maggiore coinvolgimento delle istituzioni politiche affinché il progetto Marchigiana e gli altri che seguiranno diventino sempre più una scelta di politica estera ed economica.
Gli aspetti prettamente tecnici dell'introduzione della razza Marchigiana in Albania sono stati illustrati da Paolo Canestrari, direttore dell'Anabic (Associazione nazionale allevamenti bovini italiani da carne), di Perugia. Canestrari ha rimarcato come l'Anabic sia da decenni impegnata nel preservare e migliorare questa razza ed ha manifestato soddisfazione per questo nuovo allargamento della diffusione. Allargamento - ha detto - che arriva in un periodo nel quale la Marchigiana ha ripreso quota, sotto il profilo del numero dei capi, sia in Italia, sia all'estero, soprattutto in Olanda e in Brasile.
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31/01/2005
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