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Cittadinanzattiva su banca dati sanitaria centralizzata del Ministero dell’Economia

| ROMA - Più disagi per i cittadini e 130 milioni di Euro in meno per il SSN

E’ stata inviata oggi dal Tribunale per i diritti del malato-Cittadinanzattiva una lettera, a firma del responsabile nazionale Stefano Inglese, in merito alla introduzione di una banca dati sanitaria centralizzata, presso il Ministero dell’Economia, prevista dal prossimo 1 febbraio. Il testo è stato recapitato alla Presidente dell’Agenzia Italiana del Farmaco, Cinque, al Direttore Generale, Martini, e ai ministri Sirchia e Siniscalco. Riportiamo di seguito il testo.

“Gentile Presidente, Le scriviamo per esprimerLe tutta la nostra preoccupazione riguardo alla entrata in vigore, dal prossimo 1° febbraio, delle nuove modalità di raccolta dei dati per il controllo della spesa farmaceutica attraverso la cosiddetta “tessera sanitaria”, come previsto dall’art. 50 della L. 362 del 2003. La stessa attività di monitoraggio dovrebbe essere, infatti, parte integrante dei compiti già affidati all’AIFA (D. del Ministro della Salute n. 245 del 20 settembre 2004, pubblicato sulla G.U. Regolamento sull’organizzazione e sul funzionamento dell’AIFA, art. 1, nota 5, comma b); art. 18, nota 7, comma a); art. 20, comma 1a), e non si capisce davvero per quali ragioni con una mano il Governo le affidi determinati compiti, ruoli e funzioni, e con l’altra glieli sottragga senza esplicitare e motivare, peraltro, queste stesse scelte.

I rischi della operazione ci sembrano evidenti. In primo luogo si complicherà ulteriormente la vita dei cittadini che si recano in farmacia e che saranno costretti ad esibire sempre la tessera sanitaria per ottenere farmaci rimborsati dal Ssn, con le probabili difficoltà legate a quanto previsto dalle norme sulla tutela della riservatezza che interferiranno, probabilmente, con la possibilità di delega. Basta pensare agli anziani che si affidano, spesso, ad amici, parenti, badanti, per comprendere a quale disagio stiamo per sottoporli. Per quanto attiene alla stessa tutela della riservatezza, inoltre, come abbiamo già denunciato più volte in passato, esistono rischi non irrilevanti legati alla concentrazione in un’unica banca dati, centralizzata, di informazioni preziose come quelle riguardanti la salute dei cittadini e le prescrizioni relative.

In secondo luogo si rischia di destrutturare la rete di monitoraggio già esistente, messa in campo da una parte significativa delle Regioni e dalle farmacie, e ciò non giova  né alle une né alle altre. Si impedisce infatti alle Regioni di rafforzare i loro sistemi di verifica e di controllo e alle farmacie di svolgere, anche su questo terreno, un ruolo coerente con la loro funzione di presidio del Ssn. L’approntamento del nuovo sistema necessiterà, peraltro, di tempi di realizzazione che causeranno, verosimilmente, soluzioni di continuo e ritardi nella disponibilità dei dati.

Inoltre, mentre il sistema di rilevamento attuale produce sistematicamente un flusso di informazioni a costo zero, si decide di spendere 130 milioni di euro che potrebbero essere destinati, assai più proficuamente, alla integrazione del tetto della spesa farmaceutica e alla rimborsabilità di farmaci ancora non sufficientemente garantiti ai cittadini dal Ssn. Infine, ma non certo in ordine di importanza, una operazione di questo genere, compiuta per iniziativa e sotto il controllo del Ministero della economia, finisce inevitabilmente per spostare l’attenzione, anche in termini di comunicazione, dalla verifica della appropriatezza e della qualità delle prescrizioni ad un mero problema di controllo della spesa farmaceutica. Gli sforzi compiuti nell’arco degli ultimi anni per fare delle note limitative sempre di più uno strumento della appropriatezza prescrittiva piuttosto che della salvaguardia dei bilanci pubblici, rischiano di essere cancellati con un colpo di spugna.

Le chiediamo pertanto di assumere una iniziativa urgente, in maniera da evitare ai cittadini disagi inutili e lo spreco di risorse finanziarie pubbliche che possono trovare una utilizzazione migliore. Ci sembra più semplice e ragionevole, anche nel rispetto del principio di sussidiarietà, riconoscere l’esistente, metterlo in rete, integrarlo e potenziarlo, se necessario, e ribadiree, nei fatti, la necessità di mantenere ciò che riguarda i farmaci e la loro prescrizione sotto il controllo del Ministero della salute”.

05/01/2005





        
  



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