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La testimonianza di ex profughi per la cultura della tolleranza.

Servigliano | Si è svolta questa mattina presso il teatrino la "Giornata del Ricordo" in ricordo delle vittime delle Foibe. Al termine dell'incontro è stata inaugurata la targa per i 50 anni dalla chiusura del campo profughi di Servigliano.

di Alessio Carassai

Il Giorno del Ricordo ha visto una numerosissima platea fatta di studenti, docenti, autorità ed associazioni tutti riuniti intorno agli ex profughi del centro di Servigliano, veri protagonisti della giornata.  Erano presenti le scuole medie di Falerone e  Servigliano, l’Istituto Statale d’Arte di Fermo e il Liceo – Istituto Tecnico Commerciale di Montegiorgio. Il Centro Raccolta Profughi ha ospitato in 10 anni di attività, dal 1945 al 1955, decine di migliaia di esuli istriani e dalmati, i quali hanno allacciato con la popolazione locale profondi rapporti umani. Filippo Ieranò, presidente della "Casa della Memoria" di Servigliano ha coordinato gli interventi.
 
Il primo a parlare è stato  il sindaco di Servigliano Maurizio Marinozzi, il quale ha sottolineato l’importanza di conoscere la storia del nostro territorio e di recuperare la storia del Campo di Servigliano. La mostra foto documentaria allestita all’interno della sala del teatro, dove ha avuto luogo l’incontro,  ha offerto un’efficace introduzione al dramma di un popolo che si è visto sfrattato dalle proprie terre e dalle proprie case. La presenza dello scrittore e storico Giacomo Scotti, autore di numerosi romanzi e di saggi di storia istriana, ha qualificato la mattinata, offrendo una visione chiara e profonda dell’esodo e delle terribili vicende delle foibe. Tuttavia ha ribadito l’importanza di non cedere ad interpretazione di parte in quanto la storia è sempre complessa e non deve essere oggetto di strumentalizzazioni. L’importante è superare i pregiudizi e gli odi che hanno lacerato quelle terre e guardare con fiducia al futuro.
 
Il secondo relatore della mattinata è stato Costantino Di Sante, giovane storico abruzzese, autore di numerosi saggi sulla storia del Novecento, il quale ha parlato degli oltre 200 campo profughi che esistevano in Italia, facendo anche numerosi collegamenti con il presente. Il terzo relatore, Francesco Marcucci di Emergency, ha precisato quale sia la condizione del profugo oggi, fornendo dati impressionanti sull’emergenza umanitaria che riguarda Africa ed Asia in modo particolare.

Egli ha rilevato che gli ex profughi italiani sono comunque stati sostenuti dalla comunità internazionale  e ciò ha permesso loro di recuperare le storie personali integrandosi nella società, al contrario nelle centinaia di campo profughi sparsi nel mondo sembra non esserci speranza e futuro, Egli ha sostenuto la necessità di solidarizzare con gli esuli ed i profughi vittime di guerre e di discriminazioni. E’ stato un video-documentario realizzato in collaborazione tra l’ass. Casa della Memoria e l’Ist. Tec Comm. di Montegiorgio, nel quale si ripercorreva l’Esodo istriano e veniva presentato uno spaccato di vita dei profughi all’interno del campo.
 
A seguire, vi è stato un momento particolarmente toccante, quando gli ex profughi passati dal Campo di Servigliano hanno raccontato, nella commozione generale, alcuni particolari della loro storia. Anche alcuni serviglianesi, come Renato Abbati ed Ottorino Prosperi, hanno riportato momenti di vita comune tra profughi e cittadini del posto. A conclusione il sindaco di Servigliano ha scoperto una lapide in occasione del cinquantesimo della chiusura del Campo (1955 – 2005)

12/02/2005





        
  



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