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"Buchettino" a teatro

| MACERATA - Teatro per ragazzi allo Sferisterio

di Roberta Carbonetti

Ieri sera alle ore 21 ha avuto luogo, nella sala ex cinema del teatro Sferisterio di Macerata, la rappresentazione di "Buchettino", celebre fiaba di Perrault, ad opera della Societas Raffaello Sanzio. La rappresentazione faceva parte della serie di spettacoli per ragazzi previsti per la stagione inverno - primavera 2005.

La prima impressione sulla particolarità dello spettacolo si è avuta già all'ingresso: tra gli spettatori che attendevano l'inizio solo tre erano bambini. Il pubblico ha atteso che cominciasse la rappresentazione nella sala del guardaroba, essendo stato così stabilito dalla compagnia teatrale, fino all'apertura delle porte.

Poco dopo le 21 "l'arcano" si è chiarito: la scena dello spettacolo era un capannone allestito all'interno della sala, nella quale gli spettatori hanno avuto accesso uno ad uno, per poi ritrovarsi in uno stanzone - dormitorio in cui le classiche poltrone erano sostituite da letti singoli, in cui ciascun partecipante è stato pregato di accomodarsi.

Una sola attrice, o sarebbe più consono dire una sola voce narrante, che abilmente ha interpretato una decina di personaggi diversi, seduta su uno sgabello cigolante con in mano un grande libro ed illuminata da una luce soffusa.

Una serie di suoni, passi, vibrazioni che hanno contribuito a creare una realtà virtuale in cui lo spettatore si è trovato completamente immerso, perdendo la sua natura di osservatore esterno. Nessuno ha parlato o anche solo bisbigliato fino alla fine, perché si era "dentro" lo spettacolo ed ogni interazione con l'esterno sarebbe stata una crepa.

E c'era una volta Pirandello che sognava di distruggere "la quarta parete" del teatro, quello stesso Pirandello che chiedeva al pubblico di partecipare, di non allontanarsi dalla scena, di non essere mero osservatore. Che direbbe Pirandello del teatro in cui le pareti non esistono e, semmai esistono, racchiudono la platea (ammesso che di platea si possa parlare)? Sarebbe sorpreso o lusingato di questo andare oltre, dell'atmosfera che si crea quando il pubblico respira piano piano sentendo i passi dell'orco che si avvicinano?

Finito lo spettacolo, finita la magia. La gente si alza, ritorna al guardaroba, riprende il cappotto, quasi in silenzio. Si ricompongono i volti, si torna seri, si torna in strada. Solo alla fine si è chiarita la dicitura "teatro RAGAZZI": a ben guardare in quel dormitorio, per quei sessanta minuti, ci sono stati solo bambini.

25/02/2005





        
  



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