Era il 15 luglio scorso quando dal circolo di Rifondazione Comunista arrivò un laconico commento alla decisione, palesata nel consiglio comunale d’insediamento, dalla collega Franca Branchesi che aveva manifestato la volontà di creare un gruppo autonomo, quello della Margherita. In quell’occasione Rc non mancò di esprimere la propria amarezza.

 

"La coalizione La città dei cittadini – osservavano i vertici del circolo - ha deciso di fare un solo capogruppo perché si è voluto con forza mettere al centro il progetto ed andare oltre le singole identità di partito. E' per questo che, come partito e come alleato, parte integrante di questa coalizione, siamo molto dispiaciuti della scelta che ha fatto Franca Branchesi di costituire il gruppo della Margherita, gruppo autonomo e distinto dal resto. Questo vuol dire partire con il piede non giusto, da parte sua si è voluta rimarcare la sua identità di partito e meno il progetto che tutti insieme intendiamo portare avanti. Riteniamo che sia una cosa sbagliata".

 

Ora Rc ci ripensa e rinnega il suo stesso pensiero incamminandosi a sua volta verso la costituzione di un gruppo consiliare a se stante.

 

Nel consiglio comunale di oggi pomeriggio, all’ultimo punto all’ordine del giorno, è inserito un atto propedeutico alla costituzione del gruppo consiliare di Rc.

Le avvisaglie della voglia di avere voce autonoma in consiglio, in realtà, si sono avute in più e più occasioni.

 

Non serve un grosso sforzo di memoria per ricordare quanto accadde in merito alla vicenda dell’istituzione dell’Eurosportello comunale.

 

Vicenda che vide Giacomo Beverati (Rc) avanzare in consiglio una proposta per l’approvazione della quale si erano anche create le condizioni nel civico consesso con tanto di beneplacito della maggioranza di governo ma che lui, volendo andare dritto per la sua strada, non volle prendere in considerazione. Si scatenò il putiferio. E l’attacco agli alleati, stavolta, fu diretto e violento. In una infuocata conferenza stampa Beverati non usò mezzi termini.

 

"Il problema vero è che a qualcuno ha dato fastidio non tanto non essere coinvolto nella proposta ma il fatto che non ci fosse il suo nome lì sotto - aveva osservato con tono accusatorio Beverati - Se il fare crea dei problemi a qualcuno allora non ci sono più le condizioni per poter stare insieme".

 

Un partito talmente dinamico, Rc, da dare fastidio agli alleati? Quegli stessi con i quali si era condiviso quel progetto che, all'indomani della scelta della Margherita, ci si precipitò a difendere e ribadire con forza. Ora quel progetto che fine fa? In quanti ci credono ancora? Non è poi così difficile fare due conti tra i banchi di minoranza.

 

E pensare che Aronne Perugini, nel replicare allo sfogo di Beverati sulla storia dell'Eurosportello, aveva chiesto agli inizi di dicembre di parlare chiaro senza nascondersi dietro ad un dito.

 

"Non capisco il perché di un attacco tanto immotivato alla minoranza - osservava - O siamo davanti alla volontà di creare un gruppo consiliare autonomo, e si tenta di prendere la vicenda dell'Eurosportello come pretesto, oppure sono io che non vado più bene come capogruppo, che non sono più rappresentativo. In entrambi i casi gradirei che lo si dicesse chiaramente. La costituzione di un gruppo autonomo è del tutto legittima così come se non sono più rappresentativo sono pronto a farmi da parte. A condizione che lo si dica chiaramente, non si cerchino pretesti e ci si prenda la responsabilità di ciò che si fa".