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Andando a San Giacomo in un giorno di festa

Ascoli Piceno | Benito Calvaresi: “questa è l’unica stazione sciistica in Italia “chiusa per neve””!!!

di Cav.Uff.Benito Calvaresi

Benito Calvaresi

Sabato, 12 Marzo 2005, ore 8.40 di una mattina splendente di sole e con un cielo turchino: si arriva con tanta allegria davanti a “Remigio” ed… è tutto bloccato! Le macchine degli sciatori sono già incolonnate e non possono procedere per le “Tre Caciare” e per Monte Piselli.

Un pullman con tanti piccoli studenti ed i loro maestri di sci non può procedere perché la strada non è percorribile.  Gli sciatori sono ancora tutti contenti e sorridenti: scendono dalle macchine e cominciano a parlare tra loro, per sapere perché non si possa andare a sciare.

Ma non c’è neanche un vigile urbano all’imbocco della strada per le Tre Caciare, al quale poter chiedere cosa sia successo o cosa stia succedendo. Forse è troppo presto o forse sono tutti in servizio tra Piazza del Popolo, Piazza Arringo e Via Trieste.

Sono già le ore 9.30. Ma il buon umore serpeggia ancora tra gli appassionati sciatori ascolani. Tante sono le battute sagaci degli sciatori che, mentre passa il tempo, sono sempre meno disposti al sorriso: “A Monte Piselli, se nevica poco non si scia; se nevica troppo non si scia lo stesso, perché non si possono raggiungere gli impianti di risalita!”; “questa è l’unica stazione sciistica in Italia “chiusa per neve””!!!

Nel frattempo qualche baldo giovane decide di raggiungere gli impianti sciistici a piedi: complimenti, che fiato! Intanto, i bambini, giunti in pullman si divertono lo stesso con i maestri di sci Enzo e Claudio. Per fortuna che ci sono i nostri maestri di sci bravi, simpatici e superprofessionali!

Ma giunge una lieta novella: si può cominciare a salire con le macchine!!! Si va dietro al furgone targato CO.TU.GE ed all’ambulanza del Pronto Soccorso. Ma la strada è piena di neve, ghiaccio e fango ed ogni tanto è necessario fermarsi. Si scene e qualcuno, che proprio ha finito la sua scorta giornaliera di pazienza, definisce questa una “via crucis” e qualcun altro, molto meno “pio”, definisce gli amministratori con epiteti davvero poco “religiosi”.

Ma chi è il responsabile di questo stato di cose? O ce n’è più di uno di responsabile, si intende!?!

Forse gli amministratori locali non sono appassionati di montagna o di neve ma che peccato deludere così i cittadini ascolani che, nonostante le mille avversità riscontrate, continuano a voler frequentare con molto amore le montagne vicine alla loro città! 

14/03/2005





        
  



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