Si è svolto ieri, presso il centro sociale ‘Nuova falegnameria’ un incontro con l’onorevole  Remigio Ceroni, candidato nella lista di Forza Italia.

Franco Pallotta, socialista nella Casa delle Libertà: “Le Marche hanno le tasse più alte d’Italia: - ha osservato. Noi paghiamo tre miliardi di interessi. La sanità è accentrata al nord della regione, a differenza del resto della nazione che va verso la federalizzazione. Elezioni. Prima si  votava in base alle ideologie, ora si valutano competenze tecniche ed esperienza politica. Di Ceroni, posso dire che lo conosco bene, lui si candida per Fermo e, insieme a Francesco Massi, sarà un valido rappresentante valido della regione. Le Marche non conoscono possibilità di sviluppo e una regione penalizzata sotto questo profilo non ha futuro.

Turismo. Le Marche investono solo una ridicola percentuale del bilancio in questo settore, quando esso copre il 12 per cento del PIL. Abbiamo un esercito di amministrativi: un medico ogni nove impiegati. Nelle Marche manca un sostegno (infrastrutture, aiuti alle nuove imprese, etc..). Il taglio dei fondi non dipende dal governo centrale. Ci hanno tagliato tutto, ma non le speranze!”

 

Ceroni, capofila di FI: “Negli ultimi dieci anni è stato distrutto il modello marchigiano di sviluppo che tutti prendevano da esempio. Da noi si pagano 380 miliardi di tasse in più rispetto alla media nazionale. L’Irpef, l’Irap, il bollo auto e l’addizionale regionale e 4 miliardi di debiti sono sulle nostre spalle. Sanità. Essa occupa l’85% del bilancio regionale, ovvero 4500 miliardi annui mentre, nel 1999, arrivava al 57% (rispetto alla media italiana del 60). In questo settore ci sono 18.471 dipendenti e 3 mila precari. Negli ultimi 4 anni sono state assunte 4 mila persone per 92 milioni ciascuna. Per gli investimenti? Poco più di niente. I lungi tempi di attesa per le prestazioni sanitarie dipendono dai soli tremila medici che vi sono rispetto ai 20 mila dipendenti.  Abbiamo 1900 amministrativi. Nella ASL di Fermo ci sono 14 mila pazienti ricoverati rispetto ai 28 mila che si presentano: gli altri 14 mila preferiscono andare a curarsi fuori, facendo pagare ai cittadini milioni di mobilità passiva. E poi , non si fanno investimenti: siamo fermi, non ci sono più soldi per costruire niente. “