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Teatro della parola chiude con "Cirano"

Ripatransone | Il programma de “Il Teatro della Parola”, rassegna teatrale organizzata dai comuni di Ripatransone e Grottammare, prevede venerdì 1 aprile lo spettacolo “Cirano De Bergerac ” dei Teatri Possibili.

Il programma de “Il Teatro della Parola”, rassegna teatrale organizzata dai comuni di Ripatransone e Grottammare, prevede venerdì 1 aprile lo spettacolo  “Cirano De Bergerac ” dei Teatri Possibili.

Per Ripatransone si tratta dell’ultima rappresentazione del cartellone programmato in collaborazione con la Provincia di Ascoli Piceno, la Regione Marche, l’Amat, Scena Picena e la Fondazione Cassa di Risparmio di Ascoli Piceno.

Lo spettacolo, che avrà inizio alle ore 21.15 presso il Teatro Mercantini, è tratto dall’omonima opera di Edmond Rostand della fine dell’Ottocento. La rappresentazione fu commissionata da uno degli attori più importanti dell’epoca, Coquelin, che desiderava un testo teatrale, che unisse vari generi: il dramma storico e la commedia, il genere comico e drammatico, il dramma eroico e la tragedia: così nacque “Cyrano de Bergerac”.

Rostand si è ispirato alle vicende e agli scritti di Cyrano Savinien de Bergerac, autore drammatico e scrittore satirico francese della metà del Seicento, reinterpretando questa figura secondo i canoni di una sensibilità moderna, trasformandolo in un eroe geniale e temerario.

Cyrano è un abilissimo spadaccino, coraggioso e indomabile nella difesa dei deboli e degli onesti, al contrario di un potere corrotto, che si manifesta nel conte De Guiche. Innamorato perdutamente di Rossana, è certo di non avere alcuna speranza di essere amato da lei, per colpa di quel suo naso che “lo precede sempre di qualche passo”. Rossana è nel contempo invaghita del cadetto Cristiano de Neuvillette, bello d’aspetto ma incapace di parlare d’amore; ecco che allora è Cyrano a prestargli l’anima, in segreto, e anche se attraverso la bellezza del suo rivale, è lui a incantare il cuore di Rossana. Il suo amore tanto è grande quanto nascosto e camuffato, ed esplode soltanto nel desiderio sempre più smanioso di affrontare la morte.

La regia di Corrado D’Elia regala momenti di intensa fisicità e in maniera asciutta, veloce, visionaria viene raccontata la magnifica storia di un uomo eroico, virtuoso insuperabile della spada e della parola, la cui diversità e il rifiuto di farsi imprigionare dalle convenzioni sociali, dal conformismo ideologico e dal potere vengono pagati con la morte. Yuri Brunello, de “Il Giornale” scrive sulla rappresentazione di D’Elia: “ Cirano di Corrado D’Elia colpisce con la rapidità di uno spot...punta sulla velocità dei movimenti scenici e sul dinamismo di una scenografia spoglia e mobile... reagisce con i mezzi dell’aggiornamento stilistico a una questione quanto mai attuale e viva: l’impossibilità cioè in una realtà quale è quella di oggi di dare corpo e sostanza a esperienze sublimi e astratte dalla volgarità del quotidiano”.

31/03/2005





        
  



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