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Viziati e scontenti

San Benedetto del Tronto | I giovani d'oggi come emerge da un'immagine dell'Informagiovani. E un invito alla "ribellione" alla maggioranza silenziosa.

di Laura Ripani


Non avrei mai pensato di doevr scrivere queste righe. E so già che mi renderò antipatica ad alcuni, non certo alla maggioranza dei più giovani. Tuttavia, credo che assumersi la responsabilità di stigmatizzare una situazione possa contribuire a formare innanzitutto una generazione di adulti più interessati alle sorti dei loro figli. E far riflettere i giovani stessi. Perché si ribellino a questa generalizzazione e alla provocazione che ho voluto lanciare nel titolo. Perché di loro non è emersa una bella immagine.

Dunque, ieri, 2 marzo, ero in redazione. E, per il Corriere Adriatico, ho curato l'editing degli articoli della collega Olga Piergalini. L'inchiesta, pubblicata oggi a pagina 5 della cronaca di San Benedetto, è stata realizzata all'Informagiovani.

Si tratta di una fotografia di questa generazione che non mi piace, non può piacere neppure a loro, a voi che leggete. Ragazzi che pretendono computer, pc, telefonini capaci di mms e filmatini. Ma ai quali pare nessuno ha mai spiegato che queste tecnologie costano.

Che il benessere ha alti costi. Guadagnare presto e bene, senza sacrifici, come si vorrebbe, senza educarsi alla fatica non solo non esiste. E' pericoloso perché in nessun campo, tranne quello che porta a commettere reati, questo è possibile.

Non sono bacchettona. Tantomeno voglio fare prediche. Realista, invece, sulla base degli studi effettuati e, soprattutto, dell'esperienza avuta. Una mia collega, oggi caporedattore a Panorama, sputava letteralmente sangue fino a tardi sulla scrivania. Della giovane avvocato di Andreotti, Giulia Bongiorno, si racconta come lavori 14 ore al giorno. Di più durante le fasi calde dei processi. Poi, andando a guardare il conto in banca di queste persone, ci si stupisce e magari c'è pure chi invidia...

Ma un'altra considerazione credo sia importante.Se un ragazzo impara a vivere di espedienti, sarà più debole. Anche nei confronti dei datori di lavoro. A 15-20 anni è sacrosanto, anzi auspicabile pensare di poter fare la baby sitter, la cameriera e quant'altro. Ma nei week end, d'estate! Visto che San Benedetto offre queste occasioni vanno assolutamente sfruttate. Appunto per educarsi a non annoiarsi nei periodi di assenza dalle lezioni.

Pensare, invece, di vivere o semplicemente sopravvivere con i pochi euro al mese che possono garantire questi lavoretti pare inconcepibile. Senza pensare che la professione principale, a quell'età, sia lo studio e, in questo, ci si deve impegnare per dimostrare di avere le carte in regola ad affrontare la vita, appare la dimostrazione di un mondo capovolto. Invito dunque da queste pagine ad aprire un sano e costruttivo dibattito.

I ragazzi che non si sentono così viziati, sì, voglio usare questo termine così antico e così presente,a ribellarsi. A raccontare i loro sacrifici per lavorare e studiare. E la redazione di questa testata a intervistare coloro che "sono arrivati", che guadagnano buoni stipendi ed hanno posizioni in vista, raccontare quanto sgobbano. La favoletta del minimo sforzo con il massimo risultato, non mi ha mai incantato. I "furbi", se esistono, prima o poi, vengono scoperti.

E quei laureati "insoddisfatti" che, pure ne hanno ben donde, forse devono avere il coraggio di guardare un po' oltre. Ma questa è un'altra storia.

Magari un'altra puntata.

09/03/2005





        
  



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