Gli italiani hanno atteso per mesi la data del referendum per sentirsi costretti all'ultimo momento a scegliere se andare in vacanza o esercitare un diritto costituzionale.

Abbiamo sperato fino all'ultimo che il governo scegliesse la giornata del 29 maggio per il referendum, la decisione odierna rischia di rappresentare un ulteriore invito all'astensione e di mettere in discussione il quorum.

Si è perso tempo prezioso per assumere una decisione che avrebbe dovuto individuare assai più rapidamente e prima una data utile per il referendum nel mese di maggio. In questo modo si sarebbe sostenuto lo strumento del referendum, indipendentemente dal merito dei singoli quesiti e dei differenti punti di vista.

La vera posta in gioco ora - conclude Cittadinanzattiva - è garantire che i cittadini siano sufficientemente informati e si rechino al voto per assicurare il quorum.

Per quanto ci riguarda, moltiplicheremo il nostro sforzo di informazione sui singoli quesiti e sull'importanza di utilizzare pienamente uno strumento di democrazia diretta, a maggior ragione in questo caso su cui milioni di cittadini hanno già espresso la loro intenzione di cambiare la legge.