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In scena a Tirana una produzione del teatro stabile delle Marche

| Progetto Albania. Il commento del regista Luigi Moretti

di Maria Teresa Antonelli

 “Il talento e la professionalità degli attori  di Tirana hanno permesso il lusinghiero successo di quest’opera di Ugo Betti, un successo sicuramente non scontato considerata la difficoltà del testo e la sua messa in scena in lingua albanese.”

E’ questo il primo commento che il regista Luigi Moretti del Teatro Stabile delle Marche ci ha rilasciato nell’intervista telefonica registrata all’aereoporto di Roma, subito dopo il suo rientro dalla capitale albanese dove,al Teatro Nazionale, è andato in scena lo spettacolo “Corruzione a Palazzo di Giustizia”, produzione teatrale della Compagnia di Ancona inserita nel Progetto Albania, pensato dal Teatro Stabile delle Marche con il sostegno della Regione Marche (nell’ambito della Legge 84 che stanzia un fondo per la ricostruzione dei Balcani) ‘ dall'UNOPS-PASARP (United Nations Office for Project Services ­ Program of Activities in Support of the Albanian Population) e in collaborazione con il Teatro Petro Marko di Valona. 
Un progetto di formazione e produzione che, oltre allo stage nelle Marche di tecnici ed attori albanesi e l’allestimento dello spettacolo, sarà completato con uno studio per la definizione di un piano d'impresa collegato all’attività teatrale.
 
“Difficoltà logistiche , organizzative e artistiche che sembravano poter rendere  complesso l’allestimento teatrale -  sottolinea Moretti –  sono state positivamente superate, grazie allo spirito di collaborazione e al buon rapporto di amicizia instauratasi nella compagnia. Il problema della lingua è stato risolto facendo prima di tutto un lavoro su me stesso.” Il regista racconta infatti di aver memorizzato quasi completamente il testo di Betti, prima di affrontare il lavoro con gli attori. Questo gli ha consentito di avere dei precisi punti di riferimento nello svolgimento della trama. “  Il meccanismo ha funzionato così bene, che dopo pochi giorni ho avuto la sensazione di capire cosa gli attori stessero dicendo!”.
 
Tratto da quello che è considerato  uno dei capolavori del teatro italiano del 900', pieno di una sconvolgente attualità, il dramma di Betti sonda con lucido disincanto il rapporto tra magistratura e dignità, tra giustizia e potere, tra il bene e il male; argomenti ben conosciuti dall’autore marchigiano (Camerino 1892- Roma 1953) essendo stato egli stesso magistrato.

“Ho preferito tralasciare la tematica religiosa contenuta nel testo – ha commentato Luigi Moretti – per concentrarmi  sul concetto uomo come entità, che si pone il problema del giudizio. La figura è lacerata dal conflitto, e da qui nascono  gli aspetti più poetici , più lirici e astratti del dramma.  Il pubblico albanese che ha affollato il teatro nelle tre serate di replica, ha mostrato di gradire lo spettacolo e questo ci riempie di soddisfazione perché questo importante testo italiano resterà patrimonio del teatro albanese .”
 
Un’esperienza dunque positiva per un così rilevante progetto di cooperazione culturale che , come dichiarato anche da Francesca Moretti, direttore di produzione dello Stabile delle Marche, costituisce la prima significativa apertura tra realtà teatrali diverse e fa ben sperare per future co-produzioni.

15/04/2005





        
  



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