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Filaforum in delirio per Alanis Morissette

| MILANO - Ad Assago passa come una cometa in Italia l’artista canadese.Unica data italiana per il suo “Diamond Wink Tour”

di Francesca Bruni


Filaforum di Assago pieno e file davanti ai cancelli dalla mattina per prendere un posto un prima fila, per vedere, sentire, e magari poter salutare la stella della serata: Alanis Morissette. Uno show con i fiocchi quello di ieri sera: quattro mega schermi ai lati del palco, e due alle spalle dell’artista. Ma chi è Alanis Morissette? Alanis, per intenderci,

è quella che canta nella canzone in sottofondo della pubblicità del Monte dei Paschi di Siena. E forse il palazzetto era pieno di fan dell’ultima ora, o di clienti del Monte dei Paschi, che l’hanno applaudita e osannata per un’ora e quaranta minuti. Pochi, a dirla tutta.

Quando Alanis sale sul palco, è matematico, si rischia la rottura di un arto o un danno serio alla propria salute fisica, specialmente all’udito. Il pubblico la venera,e lei la ripaga con due apri pista: Eight Easy Steps e All I really want, e il momento in cui suona l’armonica sembra ricordare i vecchi tempi, ben dieci anni fa, quando noi adolescenti sognavamo sulle note dello storico disco Jagged Little Pill.

Ma già alla quinta canzone Alanis ci fa capire che quei tempi sono ormai andati. Si entra in un tunnel senza fine: Flinch, un lentone mal assortito, Head over feet, ormai troppe, troppe volte nelle scalette dei suoi live, per poi giungere alla catastrofe finale. La Morissette canta Can’t not,  una delle sue canzoni meglio riuscite, e la rovina arrangiandola da cani, rendendola lenta, indigesta come una peperonata mangiata in tarda serata. Poi, non paga della peperonata Alanis ci mette il carico  da novanta e ci prepara un bel polpettone della domenica: Hand in my pocket.

Quella sua gradevolissima marcetta, diventa anche questa lenta, pesante, irriconoscibile. Da quel momento in poi, dalla peperonata intendo, il resto è stato pesante manco fosse il pranzo della domenica con i parenti,quello  a cui si deve assistere senza fiatare e durante il quale un po’ tutti pensiamo: che palle!

L’unica schiarita è stata Wake up, sempre estratta dal suo primo cd, se non altro inusuale come performance dal vivo. Il resto è stato di una prevedibilità allarmante, per non parlare degli errori delle band e della stessa Alanis, che si è auto censurata staccando la spina della propria chitarra causa incapacità di tenere il tempo. Insomma una grande Alanis, ma una musica sufficiente, né buona né tanto meno ottima.

La Morissette ha cantato per un pubblico di neofiti, tradendo le aspettative di chi non canta semplicemente le sue canzoni sotto la doccia, ma di chi con la sua musica ci è cresciuto e la segue in tour da anni. Lo spettacolo più divertente è offerto dalla performance dei fan più accaniti che lanciano coriandoli, preparano striscioni e con lei ormai scambiano sorrisi e saluti.

Ultima della scaletta, ormai un classico, Thank you, per ringraziare il suo pubblico che nonostante le sue nefandezze continua a seguirla, più che per masochismo, con una speranza che si torni alla professionalità di un tempo. Alla fine del concerto, tutti con il diger seltz in mano.

La setlist:

Eight Easy Steps

All I Really Want

Hands Clean

Spineless

Flinch

Head Over Feet

Can't Not

Hand In My Pocket

Doth I Protest Too Much

You Learn

So Pure

Everything

You Oughta Know

Wake Up

Primo bis:

               Your House

               Uninvited

Secondo bis:

                 Ironic

                Thank U

30/04/2005





        
  



1+5=

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