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Ricordi di affetto per il Papa

Ascoli Piceno | In pazza dell’Arrengo per l’occasione del funerale del Santo Padre è stato installato un maxi schermo per consentire agli ascolani di seguire la cerimonia funebre in diretta

di Federico Biondi

Nel giorno del funerale del Santo Padre sono giunti a Roma milioni di persone, leader politici  e religiosi, mettendo in evidenza che il pontificato di Giovanni Paolo II si è svolto in un particolare clima politico ed economico.
 
Nel momento della globalizzazione (veicolo attraverso il quale il Papa ha saputo introdurre il messaggio di giustizia annunciando la parola di Cristo che dà una prospettiva di felicità per l’uomo), il Papa ci ha donato il senso vero della vita, accorciando le distanze e abbattendo i muri per andare incontro all’uomo, soprattutto quello bisognoso.
 
Papa Giovanni Paolo II è stato Pastore di Dio fino all’ultimo momento della sua esistenza, ha dato se stesso a Cristo e a tutti i fedeli della terra. Dalle lettere apostoliche e dalle encicliche si ha il quadro di un pontificato che attesta la capacità di adeguamento di un magistero che ha messo in più stretta relazione la chiesa e la contemporaneità.
 
Un pontificato ricco che non si può riassumere, ma si può affermare che il Papa con amore ha professato la parola del Signore e con le lettere ai fedeli ha lasciato un importante adone intellettuale, “sentendo nella chiamata della chiesa la parole di Gesù, ha vissuto in comunione con il Cristo e con lui ha diviso la sofferenza”.
 
Papa Giovanni Paolo II è stato importante per la Chiesa e per l’Umanità.
 
Il Vescovo di Ascoli Piceno Mons. Silvano Montevecchi nel 24 giugno del 2000 organizzò un pellegrinaggio, 5440 anime si diressero a Roma, “il Papa ci ha ricevuto nonostante gli impegni del Giubileo – dice il direttore dell’Opera di Religione della Diocesi di Ascoli Piceno Giorgio Rocchi – una volta nella Sala Nervi il Papa lasciò delle consegne alla nostra Diocesi”.
 
Manifestazione di attenzione che si è ripetuta quando il Papa mandò un messaggio in occasione del XVII centenario del martirio di Sant’Emidio, quello tra la Diocesi Ascolana e il Papa è un rapporto segnato dal ricordo di quel coinvolgente incontro.
 
“Il Vescovo Mons. Silvano Montevecchi mi concesse di salutare il Papa, io ringraziai e il Papa mi diete un incarico, salutare il Vescovo Morgante  - racconta Giorgio Rocchi – ho avuto l’opportunità di parlare con il Papa che ha cambiato la storia e fu impressionante l’attenzione che ci prestò nonostante fosse occupato per il Giubileo”.
 
Abbiamo assistiamo alla morte, dolce, lenta come se ci avesse messo in confidenza con la sua malattia. Abbiamo partecipato ad un diverso percorso mediatico, di solito non assistiamo allo spegnersi di una vita, ma abbiamo solo l’immagine della sofferenza e dell’agonia di una morte già avvenuta.
 
Ci ha messo di fronte ad un diverso rapporto con il ciclo della vita (nascita e morte), il Papa non ci abbandonava, mettendo in evidenza che i tempi della vita non sono i tempi della televisione e questo ci ha costretto ad un riflessione.

08/04/2005





        
  



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