È opinione diffusa che rispetto alle tensioni più di una volta evidenziate dalla coalizione che sostiene l’attuale sindaco di San Benedetto Martinelli, il centrosinistra possa contare sulla capacità di tenere anche la discussione più accesa nel chiuso delle sedi di partito, da cui uscirebbe poi compatto, almeno dal 2001 in avanti, come nel caso della candidatura di Massimo Rossi alle ultime provinciali.

 

Partendo da questa prospettiva, lo scenario più scontato è che il candidato sindaco per il centrosinistra alle amministrative 2006 esca da un’accesissima discussione interna ai DS, tra l’ex presidente della Provincia Pietro Colonnella e l’attuale coordinatore comunale dell’Unione Giovanni Gaspari, che è anche segretario provinciale dei DS. Una sfida che ha già animato il recente congresso del partito, vedendo l’affermazione di Gaspari, supportato da Luciano Agostini (oggi vicepresidente della Regione Marche) e dall’ex sindaco di San Benedetto Paolo Perazzoli (di cui Gaspari è stato vice dal 1997 al 2001).

 

La contrapposizione tra Colonnella e Gaspari appare insanabile ai più. Al punto, addirittura, che alcuni parlano di una candidatura autonoma, con relativa lista civica, da parte di quello tra i due che non otterrà la candidatura. Sarà. È certo comunque che ognuno dei due può contare su buone carte da giocare.

 

Se si prende come termine di paragone la litigiosità della coalizione di centrodestra che amministra attualmente la città di San Benedetto, Colonnella può vantare l’esperienza di due mandati in Provincia, durante i quali non si è levato neppure uno strepito tra alleati: se si esclude il “semplice” passaggio all’opposizione di Rifondazione Comunista nel secondo mandato (tensione oggi riassorbita, al punto che l’attuale presidente Massimo Rossi è un esponente proprio di Rifondazione). Punto debole di Colonnella: l’accusa mossagli dall’opposizione di centrodestra, di avere una qual certa tendenza a spendere “molte” risorse pubbliche. Ammesso naturalmente che questo possa essere visto a priori come un difetto.

 

Anche Gaspari può contare su una notevole esperienza, in Comune. Consigliere dal 1989, vicesindaco dal 1997 al 2001, gli viene unanimemente riconosciuta, a destra e a sinistra, una profonda conoscenza della macchina amministrativa. Difficile immaginare come pronunciate da lui le lamentele più volte formulate dal sindaco Martinelli sulle “lungaggini del pubblico rispetto al privato”. In un eventuale dibattito elettorale con il suo avversario di centrodestra lo si potrebbe ritenere avvantaggiato sul piano dei contenuti. Il punto debole di Gaspari appare inevitabilmente come un segno dei tempi: l’immagine. Nel senso in cui Rutelli poteva andar meglio di Amato, nel 2001, alla guida del centrosinistra.

 

Primo “sfidante” rispetto ai due indicati potrebbe essere Nino Capriotti dello SDI, attuale assessore provinciale allo sport, albergatore, presidente provinciale della Confesercenti, conoscitore dell’economia locale, uomo di grande esperienza, che può essere accreditato della capacità di attirare consensi nell’ormai leggendario “centro”. E naturalmente al di là degli schieramenti. Punto debole: l’appartenenza ad un piccolo partito e ad un settore specifico dell’economia locale, come il turismo. Da questo punto di vista quasi un “uomo della società civile”, benché da anni in politica.

 

Quanto ad un ritorno dell’ex sindaco Perazzoli, oggi segretario regionale e provinciale della Confesercenti, non sembra un’ipotesi granché probabile. Assume invece forma di luogo comune la considerazione che “prima o poi Perazzoli si ricandiderà”. In questo caso potrebbe ritentare la via parlamentare.

 

Le amministrative 2001 posero in evidenza la lista civica guidata dall’avv. Mauro Calvaresi, che ottenne circa il 10% dei consensi. Se ci si basa sull’attuale tendenza all’aggregazione del centrosinistra a livello nazionale, pare difficile pensare ad un bis di quell’esperienza. Ma più in generale Calvaresi candidato di tutto il centrosinistra non sembra un’ipotesi del tutto improbabile. Almeno in teoria. Ma si tratterebbe di una candidatura “dalla società civile”. E di questi tempi ci sarebbe più di una resistenza da superare su questo fronte.

 

La Margherita sembrerebbe poter contare sulla figura dell’onorevole Orlando Ruggieri, già sindaco di Monteprandone. Se non fosse che egli stesso ha escluso l’ipotesti della propria candidatura a sindaco di San Benedetto. Questo partito sembra anzi sostenere molto chiaramente uno dei candidati di cui sopra.

 

Spesa già nel 2001 la candidatura del dott. Domenico Mozzoni (tornato nel frattempo alla guida degli albergatori), sembra un esercizio di stile anche l’ipotesi Camillo Di Monte, attuale presidente dell’Eurispes Marche. Magari contrapposto al suo ex compagno di scuola Bruno Gabrielli, attuale assessore alla cultura.

 

Resta tuttavia che il fattore “altre candidature” sembra essere più forte a sinistra che non a destra, per una serie di motivi. Da questo punto di vista le ipotesi potrebbero trovare un limite giusto nella fantasia. Quanto almeno al metodo nella designazione del candidato, più d’uno invoca un bis del caso Gian Mario Spacca, l’attuale presidente della Regione, indicato con largo anticipo e poche discussioni o nessuna affatto. Un ecumenismo forse eccessivo per San Benedetto.