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Al via lo studio che coinvolge Regione, Ministero dell’Università, Sviluppo Italia e imprese.

| ANCONA - La Giunta Regionale approva le linee di indirizzo del distretto tecnologico marchigiano.


La crisi economica continua ad interessare i mercati mondiali ed impone l’agenda: necessità di affinare gli interventi a favore dei sistemi produttivi locali che rischiano di perdere massa critica e capacità di investire.

Uno degli obiettivi principali del Governo regionale è quello di costituire un distretto tecnologico nelle Marche per lo sviluppo di azioni di ricerca e di innovazione tecnologica come leva di crescita del territorio.

Nell’ambito del Programma Nazionale per la Ricerca per il triennio 2005-2007, recentemente approvato dal CIPE, sono state previste misure di promozione della competitività mediante interventi concertati con le Regioni. Tra queste misure assume carattere rilevante la costituzione dei distretti tecnologici, la cui praticabilità nelle Marche è stata discussa con il Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca (MIUR) nel gennaio scorso.

La costituzione di un distretto tecnologico marchigiano presuppone, in determinati settori strategici, l’incremento di innovazione nelle imprese tramite maggiori e proficui scambi tra queste ultime e le università.

“Scambi già collaudati nei nostri territori e che è ora opportuno portare “a sistema”, in modo da generalizzare positive esperienze già realizzate e trasformarle in buoni esempi da replicare” ha dichiarato l’assessore regionale all’Innovazione e Ricerca Gianni Giaccaglia.

Le linee d’indirizzo approvate dalla Giunta prevedono l’avvio della procedura negoziale con Sviluppo Italia, che per conto del Ministero dell’Economia, gestisce i fondi utilizzabili per l’avvio del distretto tecnologico. Fase caratterizzante la negoziazione sarà la realizzazione di uno specifico studio di fattibilità che individuerà: le imprese leader del settore prescelto, aventi un forte radicamento nella struttura industriale della regione; le università ed i centri di ricerca da coinvolgere, i centri di servizio per il trasferimento tecnologico.

“Lo studio - ha sottolineato Giaccaglia - seguirà un approccio che, attraverso il coordinamento della Regione Marche, favorirà la piena partecipazione delle forze tecnologiche, scientifiche, produttive e sociali nella promozione e nella gestione delle azioni del distretto tecnologico marchigiano. Per garantire la competitività dei sistemi territoriali è, infatti, necessario il coinvolgimento di tutti gli attori interessati: dalle amministrazioni nazionali a quelle regionali e locali a tutti i soggetti pubblici e privati che operano nella ricerca industriale”.

Lo studio di fattibilità focalizzerà gli obiettivi, le caratteristiche tecnico-scientifiche, i sistemi di relazione, gli specifici accordi con le imprese, i centri di ricerca, le università e i laboratori per la certificazione di qualità, le dimensioni degli impegni finanziari reciproci e le responsabilità di attuazione.

La logica che si intende seguire sin d’ora è quella della cosiddetta “filiera allargata” che si basa cioè non più solo su operatori appartenenti ad uno specifico settore ma si estende ad una cooperazione di aziende che insieme contribuiscono alla realizzazione, ad esempio, di  “ambienti” domestici dove convivono prodotti di molteplici comparti manifatturieri come il legno-arredo, la meccanica, il tessile, e l’illuminazione.

Come noto, tra le criticità strutturali del sistema produttivo marchigiano, risalta la bassa percentuale di valore aggiunto e di occupazione attribuibile al comparto dell’alta tecnologia, nonché la scarsa utilizzazione di processi di trasferimento tecnologico che consentano alle imprese di arricchirsi dei “nuovi” saperi e delle conoscenze provenienti dalla ricerca.

La limitata dimensione media delle imprese della regione, sebbene abbia sinora determinato margini di flessibilità tali da consentire di competere con successo anche a livello internazionale, oggi comporta difficoltà nel sostenere investimenti in ricerca e sviluppo nei settori ad alto valore aggiunto.

Per questo la Regione Marche ha già orientato, nella scorsa legislatura, la propria azione al sostegno di processi di internazionalizzazione, di ricerca e qualità, di aggregazione, di sviluppo di piattaforme tecnologiche e logistiche di distretto e di sviluppo dei laboratori pubblici/privati.

Le varie fasi procedurali del nuovo progetto prevedono un’intensa attività di ricerca e innovazione avendo come riferimento i laboratori di ricerca, le università e le imprese di eccellenza; un’ attività di trasferimento di innovazione e buone pratiche verso le piccole e medie imprese tramite i centri di servizio avanzati delle Marche ed infine una intensa attività di diffusione e disseminazione dei risultati.

20/05/2005





        
  



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