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“Il 12 e 13 giugno voterò quattro si”

| ANCONA - Anche il vice presidente Agostini esprime la sua posizione riguardo ai referendum del 12 e 13 giugno.

di Luciano Agostini

Mancano ormai pochi giorni alla data del referendum del l2 e 13 giugno e sento il dovere di intervenire, come cittadino, uomo politico e come rappresentante delle istituzioni per esprimere la mia posizione.

Il parlamento ha  nel febbraio del 2004 varato una legge per disciplinare la  fecondazione assistita  ed un milione di cittadini nei mesi successivi ha firmato per sottoporla a referendum al fine di cambiarla, ritenendola sbagliata ed ingiusta.

Il tema riguarda indubbiamente e profondamente i cittadini, perché attiene alla salute, alla speranza di avere figli, alla dignità della persona, alla libertà della ricerca e della  pratica medica.
Innanzitutto come cittadino e poi come eletto dai cittadini a rappresentarli nelle istituzioni ritengo doveroso che ogni sforzo vada compiuto per consentire la più ampia e rigorosa informazione sui temi in discussione per consentire ad ognuno di conoscere i contenuti della legge e le sue conseguenze e poter giudicare se la tale legge vada o no cambiata ed in quale sua parte, invito quindi i media della regione ad usare i giorni che mancano alla consultazione referendaria per dare ampio spazio agli approfondimenti ed ai dibattiti in merito.

Nonostante l’importanza dei temi in gioco (la salute -milioni di cittadini soffrono di malattie per le quali oggi non si conosce la cura -; la possibilità di avere figli -sappiamo che una coppia su cinque ha problemi di fertilità-, il dibattito sui referendum è oggi ancora sottotono, un po’ per la disattenzione dei media, un po’ per le cautele del mondo politico diviso tra un impegno a volte solo di facciata e un aperto invito all’astensione.

La scelta dell’astensione ai referendum, è quella praticata da chi ritiene che la legge non debba essere cambiata.  Si tratta certamente di una posizione legittima dal punto di vista costituzionale per il singolo cittadino, ma credo sia sicuramente  da deplorare  chi, rappresentando le istituzioni, invita i cittadini a disertare i seggi avallando un atteggiamento di disinteresse e distanza dalla cosa pubblica che purtroppo sta facendosi strada anche in Italia, soprattutto tra i giovani.

Il diritto dovere di voto rappresenta, infatti, la massima espressione di compiuta cittadinanza ed ancora all’inizio del novecento era limitato  ai cittadini con un determinato reddito ed è stato conquistato dalle donne solo nel 1945, ed è questione troppo delicata da banalizzare per calcolo furbesco quando si teme di non riuscire a convincere la maggioranza dei cittadini della bontà delle proprie ragioni.

Come uomo politico e rappresentante delle istituzioni non posso che invitare tutti i cittadini a pretendere un’informazione corretta sulla legge sottoposta a referendum ed ad esercitare il proprio diritto di voto. Per quanto mi riguarda il 12 giugno andrò a votare e voterò 4 si, convinto come sono che la vittoria dei si consentirà ai medici di operare secondo scienza e coscienza, ai ricercatori di proseguire anche in Italia  ricerche che possono dare a milioni di cittadini speranze di guarigione ed infine, ma non per importanza, alle donne ed agli uomini di questo Paese l’opportunità di coronare felicemente il legittimo desiderio di avere dei figli.

27/05/2005





        
  



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