E' una pena piuttosto mite quella che è stata inflitta al buttafuori anconetano reo di aver colpito mortalmente il giovane elpidiense Riccardo Rossi all'uscita da un night, qualche tempo fa.

Una serie di colpi, quelli sferrati dal giovane buttafuori, che sono costati la vita all'elpidiense.

In giornata è arrivata la sentenza, dopo una serie di udienze nel corso delle quali i difensori del buttafuori si erano avvalsi anche di ricostruzioni tv.

Sei anni di reclusione, senza il riconoscimento di alcuna attenuante e con il riconoscimento dei futili motivi. Una senza che, nelle motivazioni, rispecchia la tesi della difesa della famiglia Rossi, costituitasi parte civile, ma che nell'entità della pena lascia molto a desiderare a quanti ritengono, senza mezze parole, che sei mesi sono pochi per l'uccisione di un giovane.

"La sentenza è probabilmente un po' troppo mite - ha commentato il difensore della famiglia Rossi, l'avvocato De Minicis di Fermo - ma ha inquadrato, nella sostanza, le tesi che sostenevamo. Il Pm aveva chiesto 12 anni, ne sono stati riconosciuti 6: si poteva senz'altro infliggere una pena maggiore. Ora la Corte d'Appello non si azzardi a rivedere nemmeno un giorno della pena inflitta".