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Gaspari. "I comitati di quartiere servono. Se vengono ascoltati dall'Amministrazione"

San Benedetto del Tronto | Il Capogruppo Consigliare dei D.S sulla utilità dei comitati di quartiere come garanti degli impegni presi da chi amministra in campagna elettorale.

di Carmine Rozzi

Giovanni Gaspari

I Comitati di Quartiere. Regolamentati con delibera del Consiglio Comunale nr.18 il 28 febbraio 2000, anche se già presenti sul territorio. A cinque anni dalla loro entrata in vigore (ufficiale) hanno servito allo scopo ?  Qualcuno obbietta che servano solo  a fare da “cuscinetto” tra la cittadinanza e l’Amministrazione.  Per altri sarebbero un inutile sommarsi alla funzione di rappresentanza cittadina già demandata ai consiglieri comunali. Alcuni infine fanno rilevare come 15 comitati di quartiere siano una enormità in una città come San Benedetto.

Al riguardo ecco il pensiero del Capogruppo Consigliare dei Ds Giovanni Gaspari.
“ I comitati di quartiere hanno una grande validità. Il problema è capire se chi amministra assegna loro un ruolo oppure no. In via più o meno ufficiale o ufficiosa essi operano sul territorio da una decina di anni. In quegli anni vi era una Amministrazione di sinistra. Siamo stati noi a volere che non fossero istituzionalizzati. La legge prevede che , sopra ai 30mila abitanti, possano sorgere circoscrizioni o comitati di quartiere.

Noi abbiamo scelto di non politicizzare ovvero non rendere in una divisione partitica la partecipazione all’interno dei comitati. Scegliendo invece una forma di mobilitazione e di sensibilizzazione di essi verso l’Amministrazione Comunale. Di regola, quindi, un comitato di quartiere che funzioni non può essere un gruppo che tira la volata a chi amministra. E non può esserne neanche la cassa di risonanza. Esso invece, per sua natura, è in rapporto conflittuale con chi amministra. Conflittualità che, da costruttiva, diventa insanabile laddove non vengono ascoltati e tanto peggio umiliati. ”  

In caso contrario ?
“ In caso contrario possono rilevarsi una grande risorsa per chi amministra. Difatti essi servono a ricordare al sindaco, agli assessori, gli impegni assunti in campagna elettorale. I comitati di quartiere non debbono chiedere dei “piaceri” per i propri rappresentanti o gli amici. Ma chiedere il rispetto degli impegni assunti. Quello che è avvenuto in questi quattro anni va sicuramente nella direzione opposta a quello che abbiamo detto fino ad ora. Ci sono comitati di quartiere che non vengono mai chiamati. Ricordo l’iniziativa di alcuni presidenti di quartiere che inviarono credo 5 euro all’Assessore delegato ai rapporti con i quartieri per poter comperare i francobolli necessari a convocarli alle riunioni. Quindi non vengono sentiti. Altro punto ; nel regolamento fu inserito che la carica di presidente era incompatibile con altre cariche di tipo politico. Anche qui direttiva disattesa”

Infiltrazioni politiche nei comitati ? Le risulta ?
“ Assolutamente. Oggi noi abbiamo, per esempio, il presidente del comitato di quartiere Albula Centro che, se non erro, è del direttivo provinciale di F.I. Almeno mi risulta che partecipi come dirigente di F.I agli incontri, alle interpartitiche. Bisogna riacquistare lo spirito originario. Se ciò non avviene anche passando alle circoscrizioni non si cambierà niente. Anzi andremo ad ottenere quello che hanno ottenuto tutte le circoscrizioni in Italia. Un non funzionamento. Ovvero, tanti piccoli consigli comunali in una città già piccola di sua. E parcellizzarla ancora di più sarebbe una scelta illogica”   

Fino ad ora le riunioni da parte dei comitati o dell’Amministrazione vengono indette a secondo del caso. Occorre forse un rapporto periodico e costante ?
“Basterebbe solo che l’Assessore delegato lasciasse lavorare i presidenti dei comitati di quartiere. I quali dovrebbero essere eletti in base al regolamento approvato dello statuto. Invece siamo di fronte ad una coalizione che, non a caso, si chiama “Casa delle libertà” ovvero dove ognuno pensa di poter fare quello che vuole. Comitati di quartieri scaduti da anni ai quali non viene detto una parola. Così come a quel dirigente di partito e presidente di quartiere .Ad altri invece, per una settimana di ritardo nel rinnovo, vengono inviati i Carabinieri. “
 

16/06/2005





        
  



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