Al di là delle ragioni in campo, non si può dire che lo strappo nella maggioranza avvenuto a Porto Sant’Elpidio nei giorni scorsi sia scivolato nell’indifferenza. Notevole la presenza di pubblico all’assemblea di ieri sera organizzata dai tre partiti usciti dalla coalizione (Margherita, Comunisti Italiani e Verdi) per motivare le ragioni del dissenso verso la giunta comunale e in particolare verso il sindaco Mario Andrenacci.

 

Alla Casa del volontariato, i due assessori dimissionari, Oscar Bonifazi (Politiche ambientali, sicurezza e vigilanza, sport e turismo) e Federico Giuseppe Costantini (Politiche sociali) hanno esposto dettagliatamente le motivazioni che hanno condotto ad una rottura che non sembra per il momento presentare margini di recupero. Presenti anche Giordano Torresi, capogruppo Margherita, Gianni Serafini dei Verdi, e, da esterno alla maggioranza, Alberto Tarquini di Rifondazione Comunista.

 

Quattro i punti fondamentali che hanno portato i “ribelli”, sentitisi inascoltati dai vertici comunali, a optare per l’uscita dalla coalizione: sottolineati per primi gli eccessi nella spesa pubblica, con ingenti investimenti su progetti non necessari, come Villa Maroni nel quartiere Corva, il campo sportivo di Marina Picena e il lungomare Faleria. “Abbiamo speso tanto e male – ha sottolineato Bonifazi – Si pensi al campo di Marina Picena, che non piace a nessuno. Dobbiamo evitare sprechi del genere in futuro specialmente considerando la grave crisi del settore calzaturiero.” Critiche anche sugli eccessivi costi delle case, e per la scarsa chiarezza sull’iter di realizzazione della nuova darsena.

 

Ma il tema caldo della serata è stato incentrato sui lavori da effettuare in Piazza Garibaldi e le palazzine da costruire in prossimità dell’ex campo Orfeo Serafini. Durissime le critiche ad Andrenacci sull’appalto concesso per i lavori in piazza: da parte di tutte le voci protagoniste della serata è stata sottolineato in particolare come la relazione dell’avv. Calzolaio sui progetti da realizzare sia stata “secretata” in sede di giunta, nel timore di possibili contenziosi giudiziari. Una scelta che è stata vista come una grave violazione degli obblighi di trasparenza di un ente pubblico.

 

“Non si può tacere su una relazione riguardante un’opera da 50 miliardi. Soprattutto non lo si può fare con la motivazione che il contenuto metterebbe in difficoltà l’Amministrazione” ha tuonato Costantini, che ha aggiunto un commento al vetriolo su Andrenacci: “Il sindaco ha dimostrato grandi limiti, e soprattutto vive con un fantasma, che è quello del suo predecessore. Senza rendersi conto che le opere possibili qualche anno fa sono impensabili oggi. Ma a lui basta allungare di un metro il marciapiede, dare a vedere che ha fatto qualcosa in più…”

Forte anche l’opposizione alle palazzine sul campo Serafini, costruzioni malviste da gran parte della popolazione, che considera l’ex stadio come uno spazio inviolabile di Porto Sant’Elpidio.

 

Argomentazioni decise, quindi, e toni durissimi verso il sindaco.

 

L’armata Brancaleone (così Andrenacci ha definito nei giorni scorsi i partiti usciti dalla maggioranza) non torna indietro. E lo straordinario 73% ottenuto dal centrosinistra alle comunali 2003 sembra oggi un ricordo sempre più lontano.