Scultura Viva, a ciascuno il suo masso e si comincia.
San Benedetto del Tronto | Primo giorno di lavoro lungo la via di Jonathan. Ieri c'è stata la scelta del blocco di travertino e oggi gli artisti della pietra hanno dato sfogo alla loro creatività iniziando le opere.
di Eleonora Camaioni
Gli artisti all'opera lungo la via di Jonathan
E iniziata stamattina presso il molo sud la prima giornata della rassegna darte a cielo aperto Scultura Viva, organizzata dallAssociazione laltrArte. Gli artisti della pietra, dopo aver un po familiarizzato con i massi arroventati da un caldo sole estivo, hanno iniziato la loro opera di creazione. Ognuno lavora con un metodo differente. La Eidman, unica donna a prendere parte alla decima edizione, stava compiendo un lavoro di precisione. Pennarello alla mano e uno stencil con limmagine-frontespizio della sua opera, dal titolo Ascia Toba, stava cercando di trovare i punti giusti sui quali operare.
Laiuto di un filo a piombo è stato necessario per trovare le giuste misure e centrare il proprio obiettivo creativo. Il giapponese Toshiiko Minamoto si è sicuramente approcciato in maniera totalmente differente con il blocco di pietra scelto. In piedi sopra il masso, Minamoto ha iniziato a dare forma alla sua personalissima Incubazione. Lopera avrà una forma a scrigno come quella già realizzata, sempre per il molo sud nel 1997.
Ognuno opera con attrezzi differenti. Mole, frese, martelli elettrici, ma anche strumenti meno tecnologici come scalpelli e tagliapietre. Tutti gli arnesi sono utili per scavare, trapanare, smussare e incidere il duro marmo dei massi del molo. Il bavarese Norbert Jaeger ha preferito iniziare con uno scalpellino di modeste dimensioni, ma dalle grandi potenzialità visto che darà vita a 4^ dimensione. Sarà la replica di una singola installazione del 2003, composta da tre elementi in pietra, di forma cubica 100x100x100, accostati in successione. Poco più in là gli altri artisti hanno preso in mano attrezzi per incidere più rumorosi e infatti tutti gli scultori sono stati muniti di copri orecchie insonorizzanti.
Infatti è questo lunico lato negativo della rassegna: il gran rumore prodotto dagli attrezzi elettrici. Per non parlare della coltre di fumo che ha invaso la lunga passeggiata a sud dellarea portuale. Ma per larte, ci hanno detto alcuni passanti e curiosi abituali frequentatoti del molo è doveroso sopportare rumore e polvere.
Una sola grossa assenza sulla via di Jonathan, quella dellartista sambenedettese Emidio Sturba, impegnato fino a martedì in Svizzera per una rassegna darte. La sua mancanza è stata colmata da un amico e collega Giovanni Colonnella. Personaggio conosciuto e stimato in città non solo per la sua vena artistica, ma anche per la passione per la bicicletta. Colonnella con il calco di gesso dellopera di Sturba alla mano e una mola si è dato subito da fare per agevolare il lavoro di realizzazione del Gorgo sturbiano. Chissà se questopera a due mani sarà allaltezza della precedente Energia dellonda creata nel 2002 che aveva tanto colpito lopinione pubblica perché coniugava scultura e pittura grazie ai bassorilievi in mosaico creati con tante tesserine azzurre e blu?
Laiuto di un filo a piombo è stato necessario per trovare le giuste misure e centrare il proprio obiettivo creativo. Il giapponese Toshiiko Minamoto si è sicuramente approcciato in maniera totalmente differente con il blocco di pietra scelto. In piedi sopra il masso, Minamoto ha iniziato a dare forma alla sua personalissima Incubazione. Lopera avrà una forma a scrigno come quella già realizzata, sempre per il molo sud nel 1997.
Ognuno opera con attrezzi differenti. Mole, frese, martelli elettrici, ma anche strumenti meno tecnologici come scalpelli e tagliapietre. Tutti gli arnesi sono utili per scavare, trapanare, smussare e incidere il duro marmo dei massi del molo. Il bavarese Norbert Jaeger ha preferito iniziare con uno scalpellino di modeste dimensioni, ma dalle grandi potenzialità visto che darà vita a 4^ dimensione. Sarà la replica di una singola installazione del 2003, composta da tre elementi in pietra, di forma cubica 100x100x100, accostati in successione. Poco più in là gli altri artisti hanno preso in mano attrezzi per incidere più rumorosi e infatti tutti gli scultori sono stati muniti di copri orecchie insonorizzanti.
Infatti è questo lunico lato negativo della rassegna: il gran rumore prodotto dagli attrezzi elettrici. Per non parlare della coltre di fumo che ha invaso la lunga passeggiata a sud dellarea portuale. Ma per larte, ci hanno detto alcuni passanti e curiosi abituali frequentatoti del molo è doveroso sopportare rumore e polvere.
Una sola grossa assenza sulla via di Jonathan, quella dellartista sambenedettese Emidio Sturba, impegnato fino a martedì in Svizzera per una rassegna darte. La sua mancanza è stata colmata da un amico e collega Giovanni Colonnella. Personaggio conosciuto e stimato in città non solo per la sua vena artistica, ma anche per la passione per la bicicletta. Colonnella con il calco di gesso dellopera di Sturba alla mano e una mola si è dato subito da fare per agevolare il lavoro di realizzazione del Gorgo sturbiano. Chissà se questopera a due mani sarà allaltezza della precedente Energia dellonda creata nel 2002 che aveva tanto colpito lopinione pubblica perché coniugava scultura e pittura grazie ai bassorilievi in mosaico creati con tante tesserine azzurre e blu?
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19/06/2005
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