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La Cia di Ascoli a sostegno degli over65

Ascoli Piceno | Illustrati in un convegno lo status e i modi per tutelarli

di Arianna Teseo

La Cia di Ascoli e la ANP in collaborazione con il Comune di Ascoli hanno realizzato un’interessante ricerca sul territorio mettendo a confronto due zone del capoluogo Piceno. L’indagine ha tenuto conto della condizione degli anziani nel quartiere di Porta Maggiore e nell’area di Campolungo e zone limitrofe. Nella zona di Porta Maggiore la popolazione con un’età superiore ai 65 anni è pari a 3.094 con una incidenza del 28,1 per cento sul totale dei residenti nel territorio della circoscrizione.

Nell’area di Campolungo dove è più rilevante la vocazione rurale la popolazione di ultrasessantacinquenni è pari a 275 unità con una incidenza del 14,3 per cento rispetto al totale. E’ interessante inoltre osservare che l’anziano nella zona cittadina (Porta Romana) è più solo mentre nella zona rurale è inserito in contesti familiari più numerosi. “In un contesto rurale anche nella stessa città di Ascoli – ha detto il presidente della Cia di Ascoli Tonino Cioccolanti – l’anziano è meno “solo” ed è perfettamente integrato in una famiglia-azienda”.

“È necessario che nei comuni rurali e svantaggiati rimangano, potenziandoli, i presìdi sanitari – spiega Tonino Cioccolanti, presidente della Cia di Ascoli - i quali non richiedono il ricorso a complessa organizzazione, ma sono capaci di rispondere alle richieste di intervento delle comunità di quelle aree geografiche”.

Il servizio sanitario ha come obiettivo quello di garantire la migliore ed uguale assistenza ai cittadini in tutto il territorio urbano e rurale, pertanto, la Confederazione sollecita le istituzioni vengano rafforzate la rete dei servizi sanitari e sociali attraverso il potenziamento dei servizi di emergenza, urgenza e delle guardie mediche.

Per quanto riguarda le pensioni minime, si sottolinea l’urgenza di un intervento del governo finalizzato ad innalzarle ad almeno 600 euro per consentire ai molti anziani di condurre una vita più dignitosa e sopra la soglia della povertà. Si propone inoltre di finanziare l’assistenza ai non autosufficienti tramite un’assicurazione privata.

L’argomento è stato inoltre oggetto del convegno “Il ruolo dell’anziano nella società contemporanea, due ambienti a confronto: città e campagna” che si è svolto lo scorso sabato ad Ascoli.

L’iniziativa, organizzata dalla Cia d’intesa con il Comune di Ascoli e in collaborazione con l’Ambito Sociale n°22, l’ANP Associazione Nazionale dei Pensionati, INAC Istituto Nazionale di Assistenza ai Cittadini ha visto la partecipazione in qualità di relatori del sindaco di Ascoli Piero Celani, del Presidente della Provincia Massimo Rossi, del Presidente della Cia di Ascoli Tonino Cioccolanti, dell’Assessore alle Politiche Sociali della Provincia di Ascoli Licia Canicola, dell’Assessore alle Politiche Sociali del comune di Ascoli Achille Marcucci, del Coordinatore dell’Ambito Sociale 22 Cesrae Rapagnani, del Direttore dei Servizi Demografici del Comune di Ascoli Roberto Palombo, del Presidente Regionale dell’Associazione dei Pensionati Fiammetta Russo e del presidente nazionale Mario Petrolani.

Lo spopolamento delle campagne è una delle conseguenze del progressivo invecchiamento della popolazione rurale a seguito della fuga dei giovani e, proprio per scongiurare la desertificazione delle zone rurali, la Cia avvierà una collaborazione con le amministrazioni locali. Sono fondamentalmente tre le cause della povertà in agricoltura: in primo luogo lo sviluppo industriale turistico e dei servizi sarà tanto più improbabile là dove mancano le infrastrutture di base, le comunicazioni, una certa densità abitativa ed anche un buon livello di reddito agricolo che avrebbe reso possibile l’afflusso ed il consolidamento di una certa quantità di servizi di base.
Inoltre l’invecchiamento delle forze di lavoro presenti in azienda è la conseguenza della fuga dei giovani. Il capofamiglia, rimasto solo o in compagnia del coniuge invecchierà senza ricambi prevedibili per la gestione futura dell’azienda, quando l’ultimo attivo superstite sarà troppo vecchio per lavorare. I giovani si sono allontanati perché l’ambiente non offriva alternative di lavoro in altri settori o perché le dimensioni dell’azienda erano troppo modeste per garantire un’adeguata retribuzione a chi avesse deciso di restare. Infine, le aziende di piccole dimensioni sono causa di povertà perché sul posto non esistono alternative per integrare i redditi dell’agricoltura o perché mancano persone giovani e dinamiche che sappiano valorizzare con produzioni innovative le dimensioni del terreno a disposizione.

21/06/2005





        
  



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