Sarà una lotta difficile, quella che attende il settore calzaturiero, oppresso nelle ultime stagioni dalla continua invasioni di merci sottocosto, costretto a battersi con un avversario contro cui la competizione si sviluppa su binari impossibili. Questo il tema forte dell’incontro di ieri sera organizzato al David Palace Hotel dal nuovo presidente provinciale di Assindustria Adriano Federici.

 

Una tavola rotonda su “Le strategie future del settore della calzatura” a cui sono stati invitati gli imprenditori associati del fermano, con la partecipazione dei vertici dell’Anci (Ass. Nazionale Calzaturieri Italiani), il presidente Rossano Soldini e il direttore generale Leonardo Soana. Presenti anche Enio Gabellieri, Presidente Provinciale della Camera di Commercio e Giorgio Cappelletti, vicepresidente Assindustria.

 

Dura l’analisi del presidente Soldini, che invoca azioni decise e prese di posizione forti per evitare il collasso del settore.

 

“La situazione della calzatura italiana peggiora giorno dopo giorno. Il settore della calzatura ha superato le sfide più difficili, difendendosi con l’alta qualità. Ma adesso non si può nulla contro le merci cinesi, un avversario che vende addirittura a un prezzo inferiore del costo dei materiali. Per questo insisto da mesi sulle procedure antidumping, che vanno applicate entro settembre, altrimenti si rischia il collasso” ha sostenuto Soldini. Si tratta in pratica di procedure mirate a limitare le esportazioni da paesi in cui la forte svalutazione della moneta locale permette di produrre sottocosto.

 

“Solo nei primi 4 mesi del 2005 la crescita di importazioni in Europa di calzature in pelle cinesi è stata del 700%, una cifra mostruosa – ha aggiunto il presidente Anci - Fondamentale è anche arrivare al marchio obbligatorio di provenienza, che riporterebbe al made in Italy una parte di quello che ha perduto negli ultimi tempi. Non capisco poi perché quella dei dazi venga definita una misura antistorica. E’ una scelta necessaria, che ad esempio gli americani non hanno esitato a prendere, di fronte ad un quadro molto meno preoccupante del nostro".

 

Duri i commenti anche da Gibellieri, che ha attaccato una lobby con interessi forti in Oriente: “Ci sono giornali, aziende e politici che continuano a parlare di Cina amica, grande opportunità per il futuro, pensando solo ai propri interessi economici. Intanto la Cina schiaccia i produttori locali”.

Molto preoccupato anche il vicepresidente Assindustria Cappelletti, che ha parlato di “Crisi più profonda dal secondo dopoguerra”.

 

Un abisso dal quale tutti sono fiduciosi di poter riemergere, ma anche un grido di aiuto, per una lotta che le aziende, da sole, non possono sostenere.