Si rafforza l'ipotesi della rapina tra i possibili moventi del duplice omicidio della coppia di Nereto. Gli inquirenti, infatti, che oggi sono entrati nella villetta dove abitavano i coniugi Masi, sarebbero piu' orientati verso questa strada, anche se il tema della vendetta personale nei confronti dell'avvocato viene ancora presa in forte considerazione.

A quanto si apprende dalle prime indagini, condotte dai Ris di Roma in collaborazione con i Carabinieri di Teramo e Alba Adriatica, i coniugi Masi sarebbero stati vittime di un'intrusione nella propria abitazione di due o piu' persone, non si sa ancora se conosciuti e sconosciuti, che li avrebbero prima malmenati con pugni e calcio, e poi uccisi a colpi di coltello, e non di accetta come supposto in un primo momento.

Da una prima analisi delle salme, infatti, e' stata riscontrata la presenza di vari segni di ripetute violenze, con grandi ematomi sparsi su tutto il corpo. Ad uccidere marito e moglie, tuttavia, sono stati due colpi di coltello, che hanno fracassato i crani delle vittime e provacato delle ferite lunghe quasi 15 centimetri, prova che ha fatto abbandonare la tesi dell'accetta quale arma del delitto.

Altro indizio, che puo' rivelarsi determinante al fine dello svolgimento delle indagini, e' rappresentato dalle tracce di bruciato ritrovate sull'anta sinistra della porta d'ingresso dell'ufficietto di Libero Masi: questa stanza, adibita a biblioteca, sarebbe rimasta intatta, mentre e' certo che si e' cercato di dare fuoco sia alla porta che allo zerbino. A questo proposito, gli inquirenti stanno cercando di capire se gli intrusi hanno cercato di dare fuoco all'abitazione e se hanno usato benzina (portata dall'esterno, quindi in maniera premeditata).

Ancora non si e' capito, poi, se chi ha ucciso Libero Masi e sua moglie e' entrato forzando la porta o qualche finestra, o si e' fatto aprire, magari con l'inganno, minacciando poi la coppia con armi portate da fuori.

''Un uomo affabile, disponibile, gentile, che da tempo svolgeva la sua professione quasi come un hobby, dedicandosi al sociale, alla natura ed alla gastronomia''. Libero Masi e' stato descritto cosi' ai Carabinieri dalle persone che lo conoscevano. E sarebbe proprio questa sua estrema gentilezza e semplicita' a portare gli inquirenti lontano dalla pista della vendetta.

L'avvocato Masi era un professionista benestante, ma in paese tutti sapevano che non era 'ricco sfondato'. Secondo gli investigatori, tuttavia, poteva essere una buona preda per delle rapine. Come mai gli sia stata usata tanta violenza, poi, coinvolgendo anche la moglie, questo rimane ancora un mistero, che gli inquirenti non riescono a spiegarsi.