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Ascoli Piceno | "Scambiare il rispetto della legge con quello che Lei definisce “il nascondersi dietro tecnicismi” mi allarma non poco..."

di Antonio Canzian*

Caro Sindaco,
è un peccato che ci si debba confrontare solo e sempre attraverso le pagine dei giornali e non, come dovrebbe essere normale, anche attraverso confronti pubblici aperti alla partecipazione dei cittadini, ma questa sembra essere l’unica modalità da Lei consentita. Provo pertanto a riprendere alcune sue recenti affermazioni comparse sui giornali ed esprimere le mie considerazioni. Anch’io, come Lei, ho sempre creduto che “Ascoli fosse nelle mani dei cittadini”. Se però qualche perplessità a tal proposito affiora, e non solo in me, forse spetta in primo luogo all’Amministrazione comunale fugare questo dubbio.

E non mi pare sufficiente affermare, come Lei fa, che il suo credo è sempre stato “Ascoli agli ascolani” che somiglia tanto al motto leghista “la Padania ai padani” che non mi sembra davvero una prospettiva politica entusiasmante per la nostra città. Ma vengo alla sostanza delle sue esternazioni che riguardano il Polo universitario il cui progetto è stato recentemente approvato dal Consiglio comunale.

Come Lei avrà certamente notato, per il ruolo che rivesto, non mi sono assolutamente espresso sul contenuto della variante urbanistica che, tra l’altro, riguarda solo una parte del progetto complessivo e sulla quale il settore urbanistica della Provincia dovrà esprimere un parere di conformità alla normativa vigente che, come Lei ben sa, con la politica poco c’entra. Scambiare il rispetto della legge con quello che Lei definisce “il nascondersi dietro  tecnicismi” mi allarma non poco: spero si tratti solo di un tentativo preventivo, peraltro non nuovo, di ribaltare su altri eventuali proprie incapacità o errori. Voglio invece esprimere un ragionamento politico   che provo a schematizzare.

1)L’Università per Ascoli è una opportunità forse unica di fronte alla crisi occupazionale, culturale e di ruolo che ha investito la nostra città (si è accorto, sig. Sindaco, che sono state costituite due nuove province? Che la direzionalità di questo territorio si è spostata verso la vallata del Tronto e la città di S. Benedetto?) Aver perso, e sottolineo “perso”, cinque anni per consolidarne il radicamento (15 miliardi di vecchie lire sono dal 2000 disponibili ed ancora inutilizzati) è stata una dimostrazione di incapacità amministrativa che cominciamo a pagare se è vero, come è vero, che la facoltà di Architettura ha attivato per la prima volta alcuni corsi anche a Camerino!

2)Quando si parla di grandi progetti per la città prima si individua il vero interesse della collettività, poi, solo poi, si predispone il progetto. Spesso nelle scelte della Amministrazione da Lei guidata si è avuto il fondato dubbio che si sia voluta utilizzare una giusta, sacrosanta esigenza per costruirci intorno (e non solo in senso figurato!) un’operazione che sembra davvero  entrarci poco con l’interesse pubblico. Non a caso in questi cinque anni molti progetti predisposti dalla sua Amministrazione hanno incontrato tanti e tali problemi (legali, procedurali e quant’altro) da farli perdere tra le nebbie!

3)La facoltà di Architettura, che forse di progettazione ne sa qualcosa, è stata completamente ignorata. Sorprende il suo coinvolgimento (tra l’altro, stranamente, non da parte dell’Amministrazione comunale, ma dei privati!) ora che il progetto è stato approvato dal Consiglio comunale: quale potranno essere i margini per un suo contributo resta un’enigma!
E comunque confrontando le loro necessità più volte espresse (aule, laboratori, mensa, biblioteca, uffici amministrativi) con quello che invece prevede il progetto approvato le perplessità aumentano.

4)L’Università, per una città come la nostra, comporterebbe inevitabilmente la necessità di aprirsi, di confrontarsi, di misurarsi con una realtà nuova ed impegnativa costituita da docenti e studenti che con il loro sapere, il loro dinamismo, la loro carica innovativa costringerebbe, di fatto, la classe politica ascolana e, soprattutto, il potere economico-finanziario che essa esprime, a doversi confrontare e, quindi, necessariamente ripensare il proprio ruolo. Che tutto ciò rappresenti un “fastidio” per il centrodestra ascolano, che come noto amministra da tempo la città, non deve quindi sorprendere più di tanto.

5)Infine, le risorse dei privati sono oggi fondamentali per realizzare opere di interesse pubblico, ma è l’Amministrazione pubblica che deve guidare e condizionare i privati e non viceversa. Su queste considerazioni mi permetto di invitarla a meditare signor Sindaco e lasci stare quella che Lei definisce “la mistica del cinema politico degli anni sessanta” (forse si riferisce al film di Francesco Rosi “Le mani sulla città”?) o “le vecchie tematiche che furono un tempo del vecchio PCI”: è trascorsa un’era da allora e rispolverare certi argomenti credo sia  solo un segno di grande debolezza.


*Assessore provinciale Urbanistica

06/06/2005





        
  



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