Tre maggio del 1945. Rapallo. Due partigiani si recano a casa di Ezra Pound. Lo prelevano. Lo conducono al comando alleato. Due settimane di interrogatori. Da lì il trasferimento a Pisa, nelle mani della Polizia militare. Tre settimane dentro un gabbia di ferro, esposto al sole di giorno e ai riflettori accecanti di notte. Quando gli viene concesso di stare sotto una tenda compone i Canti Pisani. Viene trasferito a Washington, dichiarato traditore, viene richiesta per lui la pena di morte.
Al processo è dichiarato infermo di mente e rinchiuso per dodici anni nel manicomio criminale di S. Elizabeth. Viene liberato nel 1958 e va a vivere dalla figlia a Merano. Una vita sofferta quella di Pound, da artista incompreso. Oggi, a scoppio ritardato, viene rivalutato. Giorgio Albertazzi sulle tavole del teatro dell’Aquila di Fermo venerdì prossimo (10 giugno - ore 21.15) farà rivivere quei Cantos, canti di sofferenza ma anche di speranza. Scritti dopo la prigionia, rinchiuso come un animale.

 

Albertazzi sarà da solo su quel palcoscenico. Come da solo era Pound, in quella gabbia. Ad applaudire l’attore saranno in tanti, come quelli che firmarono le petizioni per liberare il poeta.

Stanno arrivando tantissime prenotazioni da ogni parte d’Italia alla biglietteria del teatro (tel. 0734. 284295-97, costo: 15 euro sett.A; 10 euro sett.B; 8 euro sett.C) per assistere allo spettacolo del maestro fiorentino.

 

E di Pound si continuerà a parlare nel corso del Festival Europe (che sta facendo parlare tutti i media: se ne sono interessati anche Rai International, Isoradio e Radio Rai Tre). Il prossimo 1 ottobre infatti il Festival (da quest’anno itinerante nei 10 comuni che lo organizzano) farà tappa a Montegranaro dove sarà ospite la figlia di Ezra, Mary De Rachewild Pound. In quell’occasione verrà proiettata un’intervista realizzata da Pier Paolo Pasolini al poeta dei Cantos.