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La stampa on line ha cittadinanza in Italia?

| Il Bando di concorso per l'attribuzione dei contributi, per l'anno 2005, alle emittenti televisive locali, dimentica ancora una volta la Stampa on line.

di Michele Dell'Edera*


E' stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 4 giugno 2005 il decreto del Ministero delle Comunicazioni recante "Bando di concorso per l'attribuzione dei contributi, per l'anno 2005, alle emittenti televisive locali, ai sensi dell'articolo 1 del decreto ministeriale 5 novembre 2004, n. 292". Ciascuna emittente può presentare la domanda per la Regione o la Provincia autonoma nella quale è ubicata la sede operativa principale di messa in onda del segnale televisivo e per le ulteriori Regioni o Province autonome nelle quali raggiunge una popolazione non inferiore al settanta per cento di quella residente nel territorio della Regione o Provincia autonoma irradiata.

Il comunicato del Governo appena pubblicato dalla nostra testata riguardante i contributi dello Stato alle TV Locali ci fa riflettere sul ruolo che le testate giornalistiche on line locali hanno per il Governo Italiano.

Se andiamo a vedere gli atti posti in essere possiamo certamente dire che per lo Stato il nostro lavoro non ha alcun senso e non vale la pena sostenerlo.

Lo scorso anno venne pubblicato un decreto a sostegno degli investimenti pubblicitari che consentiva il credito d'imposta a quelle aziende che avessero investito in pubblicità, ma, attenzione, attenzione, non a quelle che avessero effettuato investimenti pubblicitari on line.
Perchè, qual'era la ratio di un provvedimento simile ?...

Veniamo al decreto sui contributi alle TV locali di cui siamo contenti sia ben chiaro:
Perchè nessun onorevole, nessun ministro, nessuno di nessun partito immagina di sostenere l'informazione on line specialmente quella libera locale che ha un bacino d'utenza importante e che è allo stesso tempo locale e globale ?

L'Associazione Nazionale della Stampa Online (ANSO - www.anso.it) è nata anche per rivolgersi e rivolgere a chi di dovere queste domande. Ci chiediamo in sostanza se abbiamo diritto di cittadinanza o se si pensa che il nostro lavoro debba essere relegato a fenomeno di costume o a una delle tante "cose" esistenti in rete di cui non tenere conto.

Le nostre testate esistono e svolgono un servizio fondamentale per la libertà di informazione su tutto il territorio nazionale sarebbe ora che qualcuno se ne accorgesse e, oltre ad annunciare che l'Itala punta sulla comunicazione, cominciasse a fare qualcosa di concreto per favorirla.

*Vicepresidente ANSO

(Fonte Zeroventiquattro.it  )

14/06/2005





        
  



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