Dopo mesi di attesa, è ufficialmente partito per la sedicesima volta a Porto Sant’Elpidio il festival internazionale I teatri del mondo.

 

Come tradizione, prima di iniziare ad incantare giovani e non con la fantasia ed il divertimento, si è iniziato con un convegno, quest’anno dedicato all’accoglienza. Una parola multiforme  complessa, fatta di tante realtà e situazioni differenti. Accoglienza del diverso, accoglienza della crescita, accoglienza dell’handicap, accoglienza dello straniero, e molto altro. Per parlare di queste tematiche sono stati chiamati ad intervenire Giovanni Anversa, giornalista di Rai Tre, in qualità di moderatore, e come relatori Luisanna Del Conte, presidente del Tribunale per i minorenni di Ancona, la prof.ssa Maria Rita Mancaniello dell’Università di Firenze, Andrea Pancaldi del centro risorse handicap del Comune di Bologna.

 

Ad aprire la conversazione, il saluto del sindaco di Porto Sant’Elpidio Mario Andrenacci, che è partito dalla valutazione dei buoni risultati del festival, accompagnato da un Piano di orientamento formativo nelle scuole che porta i ragazzi ad appassionarsi di teatro e a seguirlo con competenza e spirito critico. Di seguito, una riflessione sull’importanza che una città sappia aprirsi ed offrire strutture accoglienti, a partire dall’assunzione di responsabilità dei singoli.

“Ma non basta che i cittadini si sensibilizzino – ha precisato l’assessore provinciale alle politiche sociali Licia Canigola – poiché servono interventi politici mirati di sostegno alle categorie più deboli. E’ il tentativo di questa amministrazione provinciale”.

 

E’ stato poi il turno della presidente Luisanna Del Conte, che ha parlato in particolare di procedure di adozione ed affidamento. Un riferimento anche all’importanza di accogliere, ma anche regolamentare. Protagonista, la Del Conte, anche di un breve battibecco con il giornalista Giovanni Anversa: tra i due posizioni contrastanti sul tema dei diritti di cittadinanza agli immigrati.

Maria Rita Mancaniello ha parlato invece, con un lungo ed articolato intervento, della sua concezione problematica di adolescenza, intesa come “Catastrofe” più che come crisi. “Ma è una catastrofe in senso positivo. E’ la morte di quello che si era prima per la creazione di qualcosa di nuovo. Per questo vanno capiti e codificati i comportamenti strani dei ragazzi in quell’età. Insieme alla prima infanzia, l’adolescenza è il periodo che segna di più una persona.”

 

Dopo un break con la proiezione di Io mi chiamo Tommaso, cortometraggio vincitore del premio “L’anello debole” istituito dalla Comunità di Capodarco, è intervenuto Andrea Pancaldi, per parlare della sua esperienza a contatto con i diversamente abili. Una citazione anche per i libri di Italo Calvino, come esempio straordinario di narrativa della diversità.

 

Ed ora, chiuso il sipario sui temi “pesanti”, finalmente il festival è pronto per “accogliere” centinaia di bambini e regalare nove giorni di magia.