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La guerra raccontata oltre la notizia, la guerra raccontata dai protagonisti dell'informazione.

San Benedetto del Tronto | Essere presenti negli scenari di guerra, nei luoghi dei sequestri e degli attentati, essere testimoni degli orrori delle zone calde del mondo. Questo il tema del convegno dal titolo "Sempre meglio che sparare", tenutosi ieri sera in Palazzina Azzurra.

di Eleonora Camaioni

un momento della serata alla Palazzina Azzurra

Un modo per conoscere quello che c’è oltre le verità ufficiali, oltre le notizie che leggiamo tutti  i giorni sui giornali, una possibilità di capire come e perché i sequestri avvengono, un’informazione in più: quella vissuta, sperimentata sulla propria pelle, l’informazione che viene dai giornalisti che vivono e operano nei territori a rischio del mondo. Tutto questo è stato il convegno-dibattito “Sempre meglio che sparare”, tenutosi ieri sera nel più bel giardino di viale Buozzi, guidato dalla giornalista Laura Ripani.

Sono intervenuti tre giornalisti da anni impegnati nelle zone calde del mondo, i luoghi dove si consumano le tragedie più grandi, le guerre, le guerriglie urbane e i sequestri.

Gianni Perrelli, caporedattore responsabile dei servizi speciali, inviato da oltre 30 anni in Medio Oriente, Afghanistan, nei paesi del sud America, ma anche in zone apparentemente tranquille come la Papua Nuova Guinea, è stato corrispondente da New York sia per L’Espresso. Daniele Mastrogiacomo, firma di punta de La Repubblica, è caporedattore e inviato in Iraq, Afghanistan, Palestina e Israele. Andrea Barchiesi, free lance, collaboratore del Gruppo Espresso La Repubblica, Avvenire, ApCom e Sole24ore.

Tre giornalisti che hanno dimostrato, ai numerosi presenti al convegno, come della loro professione hanno ormai fatto una vocazione. Ma soprattutto tre uomini che hanno messo in luce gli aspetti difficili della professione giornalistica nei territori di guerra, oltre agli scempi che ogni giorno vengono compiuti.

“Essere l’inviato in un territorio a rischio - ha affermato sorridendo Daniele Mastrogiscomo – non è poi così diverso da fare il turista a San Benedetto. La differenza sta nei fattori rischio e sicurezza. Nelle zone di guerra mancano e bisogna spalancare gli occhi. Nella ricerca delle informazioni bisogna affidarsi alle persone giuste altrimenti si può rimanere vittime degli attentati o di sequestri”.

E Mastrogiacomo conosce bene le strategie dei sequestri, non solo da tecnico, (presente in Iraq ed Afghanistan durante i sequestri Sgrena e Cantoni) ma poiché lo scorso giugno è scampato ad un sequestro in Iraq. Solo per aver cercato ulteriori informazioni relative ad un possibile prigione nella quale erano stati rinchiusi Agliana, Cupertino, Stefio e Quattrocchi, i 4 connazionali ostaggi a Baghdad nel aprile dello scorso anno, Mastrogiacomo ha rischiato di finire nelle mani sbagliate.

Gli abbiamo domandato: “Come ha reagito il giornalista e come l’uomo Mastrogiacomo, di fronte allo scampato sequestro?” “L’uomo si è messo a ridere e si è detto, eccola là. Ti è capitata a te! Il giornalista ha subito pensato che c’era una notizia da scrivere”.

Nel corso della serata è stato presentato, in anteprima nazionale, il libro di Andrea Barchiesi “Sempre meglio che sparare, appunti di un reporter”. Un compendio che raccoglie le esperienze vissute dal free lance marchigiano durante i suoi recenti viaggi in Afghanistan, Kosovo e Belstaf.

Presenti numerose personalità locali, Enio Gibellieri, Presidente della Camera di Commercio di Ascoli Piceno; Adelio Marini, in rappresentanza della Provincia di Ascoli Piceno; Bruno Gabrielli, Assessore alla cultura del Comune di San Benedetto. Un saluto è venuto anche dal Presidente dell’Odg (Ordine dei giornalisti) delle Marche Giannetto Sabbatini Rossetti che ha applaudito alla realizzazione di un evento di così alta rilevanza sociale e culturale.

02/07/2005





        
  



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Da sinistra: Andrea Barchiesi e Gianni Perrelli
Un momento del Convegno "Sempre meglio che sparare"
Daniele Mastrogiacomo

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