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Le erbe selvatiche del piceno sono un patrimonio da salvaguardare

Amandola | Della salvaguardia delle specie spontanee commestibili e delle loro potenzialità economiche si è parlato nel corso del convegno che si è svolto venerdì 1° luglio al ristorante Savoy di Amandola.

Il nostro territorio possiede un patrimonio naturale inespresso: è quello delle erbe spontanee, risorsa che va tutelata e studiata affinché si arricchisca ulteriormente il ventaglio delle erbe disponibili ai fini alimentari e terapeutici. Proprio della salvaguardia delle specie spontanee commestibili e delle loro potenzialità economiche si è parlato nel corso del convegno che si è svolto ieri (venerdì 1° luglio) al ristorante Savoy di Amandola e organizzato dalla Cia, Confederazione Italiana degli Agricoltori delle Marche e di Ascoli Piceno d’intesa con il Comune di Amandola. Il progetto di ricerca applicata è stato finanziato dal Gal Piceno e ha permesso di conoscere in dettaglio la flora edule spontanea da sempre consumata dagli agricoltori piceni. Importante, in tale contesto, l’acutezza imprenditoriale dell’azienda agricola Agrifaber che, coinvolgendo anche altre aziende agricole, intende portare sulle tavole di tutti i consumatori gli ortaggi spontanei che sono un’eccellenza del nostro territorio.

È proprio l’arrivo dei cibi geneticamente manipolati a rivelare l'importanza di salvaguardare la biodiversità in agricoltura, un problema globale che sta già trovando delle risposte sul nostro territorio, grazie soprattutto ad un istituto come Asteria, i cui ricercatori hanno realizzato un’indagine in campo per approfondire le conoscenze agronomiche sulle verdure spontanee: sono state infatti messe a confronto alcune specie vegetali autoctone commestibili ampiamente diffuse nel nostro territorio. Il confronto è avvenuto tra le specie raccolte allo stato selvatico e le specie vegetali seminate e raccolte mediante l’applicazione di tecniche colturali il più possibile naturali. I risultati ottenuti dimostrano come il processo colturale adottato preservi la naturale composizione chimica rendendo possibile l’impostazione di una strategia commerciale che valorizzi i vegetali di origine selvatica.

Riprendere lo studio e l’eventuale produzione delle specie vegetali spontanee significa infatti non solo evitare la scomparsa di un patrimonio botanico di rilevante interesse scientifico ed alimentare ma anche scoprire utili proprietà nutrizionali e salutistiche, in alcune specie di verdure spontanee sono infatti presenti molecole bioattive che possiedono proprietà benefiche per la salute.
“L'arte di far cucina con i prodotti stagionali è antica come la povertà e, nella nostra provincia, è aiutata e spinta dalla ricchezza della nostra terra – ha detto il presidente della Cia di Ascoli, Tonino Cioccolanti - la tradizione ci riporta infatti a gustare erbe che l'ingegno della povertà ha trasformato in ricchezza culinaria, come ad esempio la misticanza, ovvero un’insalata mista d’erbe. Purtroppo però sulle nostre tavole sopravvivono sempre meno varietà. E oggi siamo qui a parlare proprio di questo, di come tutelare tutti quei gioielli della natura importanti sia dal punto di vista salutistico sia culinario. La biodiversità vegetale è probabilmente la maggiore risorsa naturale di cui l'uomo dispone”.

Dal punto di vista commerciale le prospettive per le erbe spontanee commestibili sono  favorevoli soprattutto se il prodotto offerto è di alta qualità, certificato in tutte le sue fasi produttive e opportunamente valorizzato per le sue proprietà naturalistiche e salutistiche. La Cia di Ascoli, in questo senso si sta impegnando al fine di valorizzare le tipicità agroalimentari locali, favorendo la diffusione di un’agricoltura eco-compatibile e sviluppando forme di collaborazione con organismi pubblici e privati sul tema dell’alimentazione e salute.

02/07/2005





        
  



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