Rincorrere le voci che danno i partiti spaccati, o le polemiche su chi amministra o su qualche esponente di spicco, fanno parte sicuramente di una discussione trasparente ma blanda e soprattutto lontana dalla politica vera.

 

L’UDC è sicuramente un partito unito, ed orgoglioso di esserlo, perché la sua forza arriva dalla stima e dall’amicizia dei suoi iscritti prima, ma soprattutto è unito ed indivisibile negli intenti di rappresentare valori e non interessi.

 

Non ci siamo mai distinti nella ricerca di poltrone, bensì, è palese e sotto gli occhi di tutti, il nostro impegno, accanto alle associazioni cattoliche, ha permesso il fallimento dei referendum, per salvaguardare il diritto alla vita e dei valori cristiani, valori custoditi gelosamente nel nostro simbolo.

 

Il successo elettorale dell’UDC di San Benedetto, sempre crescente dal 2001 alle ultime elezioni regionali del 2005, dimostra che un partito chiaro, immediato, che è espressione di valori, è dai cittadini premiato con il consenso.

 

Questo deve essere il linguaggio della Casa della Libertà di San Benedetto per rivincere le elezioni del 2006.

 

Siamo stati, come partito, sempre distanti dalle polemiche, ed ai cittadini abbiamo sempre parlato di buon governo e di mal governo, lo abbiamo sempre fatto e lo faremo sempre, anche sottolineando con spunti critici, ciò che non va, perché questo appartiene al nostro carattere: libero ed orgogliosi di esserlo.

 

Se dobbiamo elogiare l’amministrazione per le opere pubbliche, lo facciamo serenamente; se la dobbiamo criticare perché ha attuato una politica amministrativa scarsamente rivolta a chi non arriva alla fine del mese, lo facciamo altrettanto.

 

Ciò che i cittadini hanno come percezione è che il mese è troppo lungo e lo stipendio è troppo corto, che a mala pena si arriva alla fine della terza settimana e che la quarta diventa un rebus. Amministrare significa anche capire questo; ed il buon governo arriva dal saper trovare il giusto equilibrio tra ciò di cui ha bisogno la gente e ciò che è possibile fare una volta soddisfatte le sue esigenze.

 

Come d'altronde diceva Schumann: “la politica è l’arte nobile del saper conciliare il desiderabile con il realizzabile”.

 

Ci chiediamo se a fronte di quaranta milioni di euro spesi in opere pubbliche ed ancora a fronte di diverse centinaia di mila euro necessari per coprire i passivi di bilancio di consorzi pubblici che non danno risultati alcuno, quante risorse sono state destinate a dare respiro economico alle famiglie?