Il sound ricercato dei Planet Funk
San Benedetto del Tronto | Il gruppo tosco-partenopeo ci racconta la loro filosofia di vita e il rapporto con i fan.
di Eleonora Camaioni
I Planet Funk
Avete dichiarato Vogliamo portare la musica dance su altri contenuti, al di là del groove, nei territori del funk, del rock, della melodia. E questa la filosofia della band?
Si è anche questo. E quello che in parte abbiamo fatto e lo stiamo facendo. Una delle prime cose che ci siamo detti quando abbiamo iniziato questa avventura musicale era quella di cercare di uscire dagli schemi, di contaminarci e di mettere dentro la nostra musica un po tutte le influenze di ascolto, ricerca e studio che abbiamo negli ultimi anni. Penso che in parte ci siamo riusciti, soprattutto abbiamo creato un suono abbastanza originale e particolare.
In The Illogical Consequence, il vostro secondo inedito, cosa ci raccontate?
Noi nella musica così come nei testi delle canzoni, di solito, partiamo da cose abbastanza semplici però di grande spessore. La nostra musica ha un livello di ascolto che può essere in qualche modo leggero. Nei testi cerchiamo di raccontare delle cose al centro delle quali cè luomo.
Alle spalle avete una importante collaborazione con i Simple Mind. Come è nata?
E nata come tutte le cose della musica. Così casualmente ci siamo incontrati. Loro avevano ascoltato alcune cose nostre, appartenenti al primo album, dei provini in fase molto avanzata. Siamo stati contattati da Jim Kerr il leader del gruppo. Così ci siamo trovati in studio, ci siamo messi lì e abbiamo scritto un po di materiale, tre idee di cui una labbiamo pubblicata assieme. Infatti una canzone One step closer è uscita sul lor album Cry e in versione strumentale sul nostro. Insomma è stato un momento importante per la nostra carriera.
Parlando del Tim Tour. Come vivete la possibilità di partecipare a questo evento soprattutto nella tappa di San Benedetto, una delle più in vista di tutta la manifestazione?
Unoccasione unica. E importante incontrare la gente per strade e nelle piazze. Fare un disco è solo una delle sfaccettature di chi fa musica come noi. Per cui verificare, parlando con la gente, con voi giornalisti e con la critica è sicuramente molto stimolante. Lo viviamo prima come momento di verifica e poi se la gente apprezza e reagisce, per noi sono delle conferme per andare avanti.
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13/08/2005
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