Festa dei Papaboys a Colonia: 18 agosto presso il Vocation Cafe
| Saranno ospiti il christian rockers Roberto Bignoli con il gruppo musicale degli Endless, oltre a numerosi sacerdoti.
di Adamo Campanelli
Insieme a noi dell'Associazione, ed al gruppo musicale degli Endless, sarà presente il cantante Roberto Bignoli. Ecco un'intervista del christian rochers, Giornata Mondiale della Gioventù di Colonia, in Germania. Ancora una volta, per tanti ragazzi, rappresenterà una tappa significativa nel proprio percorso di fede. A questo proposito, ZENIT ha voluto intervistare il cantautore cristiano Roberto Bignoli, che ha avuto la gioia di prendere parte come artista ad alcune Giornate Mondiali della Gioventù degli anni passati e sarà presente a Colonia presso il Vocation Cafè (Hotel Senats, di fronte al Duomo di Colonia) il giorno 18 Agosto dalle ore 14 alle ore 127 per la Festa dei Papaboys.
Roberto, che è un portatore di handicap, ha vissuto da bambino l'esperienza della povertà e della malattia, per passare successivamente a quella della droga e del carcere. Ma poi, l'amore per Gesù ha cambiato radicalmente la sua vita, indicandogli una strada nuova.
Che ricordi hai della tua partecipazione alle precedenti Giornate Mondiali della Gioventù?
Roberto Bignoli: La prima volta che ho partecipato alla GMG come artista è stato nel 1997 a Parigi, con una serie di concerti in varie piazze, fiere e stadi. Nel 2000, a Roma, ho tenuto un concerto a Tor Vergata per i volontari della GMG. Nel 2002, a Toronto, ho preso parte ad una lunga tourneé che si è conclusa con una performance alla vigilia con il Santo Padre. In tutte le GMG, ciò che mi ha colpito è stata la presenza di tanti giovani uniti per un ideale.
Non tutti sono assidui frequentatori di realtà religiose o movimenti, ma colgono questa occasione per vivere unesperienza nuova di arricchimento interiore. Ho visto sempre molto rispetto e amore per il Santo Padre. I giovani lo accolgono con sincerità ed entusiasmo, in quanto vedono in lui un autentico testimone dellAmore, della Speranza, della Fede in Gesù Cristo e nel Vangelo.
Che significato può avere, nella vita di un ragazzo, la partecipazione a questi incontri con il Pontefice?
Roberto Bignoli: Credo che nessuno possa restare indifferente di fronte ad una presenza così coinvolgente. Il Papa riesce ad entrare direttamente nel profondo dellanima. Ho visto giovani commuoversi, ridere, manifestare atteggiamenti di grande solidarietà e di sensibilità, la gioia di stare insieme e di condividere le proprie esperienze di vita e fede insieme ad altri.
Tutto questo non può che lasciare dei segni. Cè, poi, chi li coltiva e chi invece preferisce aspettare, tenendoli come piccoli tesori dentro di sé. Cè anche chi si vergogna di manifestare quello che ha provato o ha percepito. Ma, sicuramente, nel cuore di ogni ragazzo è entrato un seme di speranza.
Quando ascolti il Papa, che cosa provi?
Roberto Bignoli: Ascolto il Papa e mi sembra di ascoltare un Padre buono. Un grande papà per tutti i giovani. Ho avuto la grazia di poterlo incontrare quattro volte nel mio cammino, ed è sempre stata una grande emozione.
In lui ho avvertito una forte presenza soprannaturale. I suoi occhi pieni di luce, il suo sorriso e il suo volto comunicano quanto la sua spiritualità sia autentica e la sua presenza sia veramente di grazia e damore. Ti senti accolto, ti senti compreso. Ma, soprattutto, ti senti amato per quello che sei.
E come se il Santo Padre ti vedesse dentro e ti dicesse: ti amo perché sei così. E proprio questa la sensazione che provano i giovani durante le GMG. Il Papa riesce a trasmettere loro linfinito amore di Cristo.
In che modo i suoi concerti sono un momento di dialogo con i giovani?
Roberto Bignoli: Mi piace definirli concerti-testimonianza. Non si limitano soltanto alle canzoni, ma prevedono il racconto della mia esperienza di vita e di conversione. Spesso, dopo il concerto, alcuni giovani vengono a parlarmi e si instaura con loro un rapporto di autentico dialogo. A volte capitano episodi meravigliosi, inaspettati.
Ad esempio, ricordo con emozione quanto è accaduto dopo un mio concerto nel carcere di Panama. I detenuti erano tutti ragazzi tra i quattordici e i ventanni. Questi giovani, alla fine, hanno voluto pregare insieme a me. Hanno dimostrato quanto la mia testimonianza fosse stata importante per la loro situazione e per affrontare i problemi con una speranza in più.
In genere, il rapporto con i giovani non si esaurisce con la fine del concerto. Molti mi scrivono via e-mail. Con parecchi è nata unamicizia, che ancora oggi continua.
La musica può davvero aiutare i ragazzi ed offrire loro un messaggio di speranza?
Roberto Bignoli: Oggi la musica si può considerare un grande mezzo di comunicazione, in grado di raggiungere il cuore di tanti giovani. Per questa ragione, credo che sia fondamentale proporre canzoni che abbiano dei contenuti e dei valori.
Personalmente, mi sforzo di affrontare le tematiche del Vangelo, o di ricordare limportanza della solidarietà e della preghiera. A piccoli passi, cerco di aiutare i giovani a capire che non si vive di solo pane, ma che cè molto di più nella vita di ogni uomo.
Attraverso la musica, provo a gettare dei semi. E se Dio vuole, potranno dare dei frutti. E questo il significato che cerco di dare alla mia attività artistica, insieme al mio manager che è la Provvidenza.
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14/08/2005
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