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Gian Maria Fara ."L'italia e le Marche di fronte ad una grande sfida".

San Benedetto del Tronto | Per il Presidente Nazionale Eurispes occorre dare risposte diverse da quelle alle quali eravamo abituati se si vuol tenere testa alla concorrenza asiatica.

di Carmine Rozzi

Il Pres.Eurispes conasegna il >Premio >a don Vinicio Albanesi.

Alla cerimonia della prima consegna del premio Eurispes Marche è intervenuto il Presidente Nazionale Prof.Gian Maria Fara. Di origine sarda, 56 anni spostato con due figli, sociologo di fama internazionale. Professore universitario e accademico delle maggiori università italiane tra cui La Sapienza di Roma. Ospite fisso delle maggiori conferenze organizzate dallo Stato Vaticano.

Professore, l'importanza del premio e del premiato...
“L'importanza del premio deriva forse dalla storia, dalla cultura e dalla importanza dell'Eurispes. Questo nei suoi 24 anni di vita e di impegno nella ricerca, nelle analisi dei percorsi della società italiana. La persona è di grande valore. Sacerdote che ha dato grande dimostrazione di sè. Che porta avanti un impegno al servizio della comunità.”

Le Marche, pur regione laboriosa, risparmiatrice, definita la “formica” d'Italia non riesce a contenere lo strapotere dell'invasione asiatica...
“C'è una crisi profonda che attraversa il paese e non esistono isole felice quindi anche le Marche vivono i loro problemi, vivono la congiuntura economica evidentemente sfavorevole. Diciamo che però le Marche, proprio per la loro tradizione, per la loro organizzazione industriale, hanno vissuto forse meglio delle altre questa fase difficile. Naturalmente quella che abbiamo di fronte è una sfida. Una sfida aperta, la sfida della globalizzazione. Dobbiamo imparare tutti a conviverci rimboccandoci le maniche per cercare di dare risposte diverse da quelle alle quali siamo stati abituati nel corso di questi ultimi anni.”

Qualcuno fa rilevare che occorre cambiare strategia ; non contrastare ma assimilare cercando di essere noi a carpire il meglio della concorrenza....
“E' una sfida che non si può contrastare . E' una partita che si deve giocare fino in fondo. Io credo che il nostro paese l'Italia ed insieme ad essa una Regione come le Marche abbiano cultura , tradizione, knowhow , creatività sufficienti per uscire da questa impasse. E per vincere la sfida anche a livello mondiale.”

Un bilancio , a grandi linee, dell'Eurispes e dei futuri progetti che l'attendono ?
“Un bilancio fatto di impegno, fatto di sacrifici, fatto di analisi, di applausi e di rimproveri. Un bilancio che in qualche maniera è legato all'esigenza, al ruolo che la ricerca deve avere. Che è un ruolo di verità, di analisi, di oggettività. Raccontare le cose così come stanno qualche volta produce disagio. Evidentemente quando si producono dati non positivi o compiacenti , c'è sempre qualcuno che ne soffre, e che preferirebbe sentirsi dire altre cose. il compito della ricerca sociale è proprio questo. Raccontare l'Italia, raccontare le sue difficoltà, i punti di forza , ma anche segnalare i punti deboli. Pensiamo che l'Eurispes in questi 24 anni abbia risposto coerentemente alla sua “mission” ed abbia fatto il propio dovere fino in fondo. Certo, si può sempre fare di più. Però noi abbiamo servito il paese cercando di produrre dati ed informazioni sempre serie e corrette delle analisi che poi sono al servizio e a disposizione di tutti.”

Ricordando il passato, vi è stato un governo con il quale l'Istituto si è sentito più in sinergia ' “Penso nessuno. Quando era al governo il centro sinistra venivamo accusati di essere di destra. Con il centro destra successe il contrario. La verità è che chi fa il nostro mestiere finisce inesorabilmente con lo scontentare chi governa. E d'altra parte il compito del ricercatore non è di “accontentare” nè chi governa o chi sta all'opposizione ma, semplicemente, di raccontare la verità. Partendo dall'idea che nella dicotomia istituzione-cittadino l'Eurispes non può che essere sempre dalla parte del cittadino.” Grandi occasioni mancate non avervi ascoltato a tempo debito ? “ Diciamo che l'Istituto ha sempre detto cose interessanti con larghissimo anticipo. Alcuni sono stati intelligenti ed hanno ascoltato , altro lo sono stati meno, ma ad un istituto di Ricerca non si pone il problema di chi ha ragione. Importa quello che dici, quello che produci e quello che rimane.”

02/08/2005





        
  



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