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Presentato il libro Soldato Jacob di Carlo Maiorana

San Benedetto del Tronto | In una sala affollata Carlo Maiorana presentato dal Preside Giuseppe Lupi ha illustrato il suo romanzo. Evento voluto da Giovanna e Giuseppe Napoliello

di Giuseppe Lupi

Carlo Maiorana

Alla "Rosa dei Venti" Giovanna e Giuseppe Napoliello hanno voluto riunire gli amici per una serata di rara cultura. Libri e quadri in una armoniosa simbiosi. Con l'introduzione di Silvana Scaramucci si è dato inizio alla presentazione del libro, affidata al Preside Lupi.

Questo il suo commento                     
                                                                                                           
"Dalle poche , rapide notizie  in mio possesso  del  Prf. Carlo Maiorana, docente di Medicina all’Università di Milano, autore del romanzo che andrò a presentarvi, “Soldato Jacob”, si potrebbe dedurre che l’ispirazione ad una invenzione non possa trarre origine  dalla sua  formazione  ed esperienza  professionale.  Ma ricordo un verso di Ungaretti: “Cerco / un paese / innocente”. Quel paese è chiuso da bastioni. Il sogno è varcare la porta d’avorio. Ogni tanto giunge notizia  che una persona ha tentato di entrare e c’è riuscita; quel tanto di buono che si vede nel mondo è stato sognato da qualcuno.
Potrebbe definirsi semplicistico ridurre tutta l’arte ad una raccolta di sogni prodotti dal comune soffrire per un’assenza, per qualche cosa che aspettiamo e non arriva mai. Spesso può trattarsi anche di racconti illusori. Ma il sogno normalmente è collegato a qualcosa di reale , di buono che viva in un paese innocente.  Ed ecco che lo scienziato, il medico che ha per oggetto  dell’attenzione quotidiana l’umanità sofferente può essere facilmente tentato a tradurre il suo mestiere in immagini che diano un senso alla sofferenza.  Si potrebbe parlare  di un batterio dell’invenzione  presente nella professione medica oltre ad uno specifico interesse  per prodotti letterari" 
                                             
 “Capitolo I  “ D-Day”  =  “ 6 Giugno  1944, ore 7.25:  Ver-sur-Mer, piccola stazione balneare  della costa normanna, diviene la testa di ponte principale dello sbarco anglo-americano…..è l’inizio della più importante operazione bellica mai verificatasi  nella storia militare….”
 Il testo si apre con il ricordo del più grande evento del secolo scorso e senz’altro il più drammatico della storia dell’uomo conclusosi  con 50 milioni di morti.  
Alla lettura di queste prime righe ho avuto un sussulto. Alla stessa data,  6 giugno ’44, io giovane ufficiale dell’esercito italiano, ero prigioniero dei tedeschi nel lager X B di Sambostel in Germania. Quella mattina intorno alle  ore 8 ero  nella latrina del campo dove una voce fredda e impersonale ci informava dello sbarco degli alleati in Normandia;  per noi l’inizio delle liberazione. Tutto il campo  fu pervaso da una sensazione di concitato ottimismo; ma rimase silenzioso, forse più del solito, per non destare sospetti nei Tedeschi della presenza  di una radio nel lager.
(In rapida parentesi ; in partenza  da Atene  in vagoni sigillati nell’Ottobre del  1943 per i campi di prigionia ero stato attore  inconsapevole  di una operazione segreta di altissima specializzazione. Ad alcuni di noi  erano stati consegnati in tutta segretezza  frammenti metallici che, giunti nei campi   di destinazione, ci furono richiesti e con questi ricomposta  da qualcuno  una radiola  dalla quale eravamo informati quotidianamente delle sorti della guerra.)
 Inoltrandomi nella lettura del testo, incontro  immediatamente Jacob , ormai settantenne, il personaggio centrale del romanzo, un solitario artigiano del legno che lavora ancora nel piccolo laboratorio per i vicini. Appare quindi Adrien, il piccolo portalettere che saliva sulla collina di Jacob per portare corrispondenza in cambio di qualche biscotto e per giocare con Picaud, un bellissimo esemplare di Labrador. Il bambino ricordava a Jacob la fanciullezza.

Non era mai riuscito a dimenticare i rumori  prodotti dai bombardamenti di quel 5 Giugno del ’44 che precedettero l’invasione del continente. Anche lui da bambino aveva fatto il porrtalettere, ma…per il controspionaggio francese. Portava  in bicicletta  messaggi a gruppi di resistenti.  Sono descritti i primi viaggi, le prime paure  i primi passaggi tra i tedeschi.  Ora, dopo tanti anni, sdraiato  sulla neve  ascolta il rumore dei fiocchi  che cadono e toccano terra producendo una musica di note diverse mentre Picaud  muove lentamente la coda.
Si incomincia a capire  come l’autore Carlo Maiorana metta a disposizione del suo racconto le meticolosità del professore universitario,la necessità della corrispondenza   scientifica della terminologia  all’oggetto, l’interesse per i particolari, la rilevazione  di sensazioni difficili, da puro spirito, senza rimpianti.  Ma ecco un tuono  ed ecco il ricordo dei bianchi paracadutisti  del 1944 rappresentati dai giochi della neve. In immagini di ritorno rivede le tragiche conclusioni dei voli  di molti paracadutisti alleati..
 Ma scompaiono  questi ricordi  quando appaiono Simone ed il figlio Adrian, due personaggi che segneranno il futuro di Jacob: lei con il viso tumefatto  in rotta con il marito Francois, un bottegaio ubriacone. Jacob li trattiene a casa sua, Interviene Francois ma Jacob lo stende, Separazione dal marito di Simone che insieme ad Adrien rimarrà a casa sua..Jacob racconta ad Adrien gli errori strategici dei tedeschi nel ’44, una sua particolarissima azione  a favore di partigiani francesi, Ma lentamente il nostro protagonista  , dopo la separazione definitiva di  Simone dal marito,  si innamora della donna  con l’ausilio di Adrien che lo vuole padre.
Intorno alla metà  del testo si nota  come Maiorana  raccolga ancora una volta  tutte le forze già sperimentate nei lavori scientifici  per programmare una conclusione per la quale finge di non capire cosa sia più importante  se la descrizione del momento storico-politico o delle  passioni  familiari. La legge definirà le sorti  di Simone indennizzata per il figlio in sua custodia  fino alla maggiore età. Potrà vivere  nella dependence  di Jacob al quale è affidato Adrien e lei  potrà servire  ambedue.  Simone è fra le braccia di Jacob  con tanta gioia di Adrien.
In questo momento di abbandono fra le braccia di Simone, Jacob  vive attimi di struggente nostalgia  per la presenza improvvisa di  due americani  che lui nel ’45 aveva  salvato nascondendoli. L’incontro lascia frastornato Jacob che rende partecipe anche Simone del piacere procuratogli  dal ricordo dei due americani, insieme da lui salvati  ed ora qui insieme a ringraziarlo. Stuart e Fhilip guidati da Jacob tornano sui luoghi dei combattimenti e scoprono anche i bianchi cimiteri  dove riposano migliaia di ragazzi  colpevoli soltanto di appartenere alla specie umana. Jacob riflette sulla stupidità umana e sullo scempio assurdo di giovani vite.
 Dal nono capitolo all’epilogo si nota come l’autore  cambi  soggetti e moduli nei procedimenti di ritorno per passare da una scrupolosa  tecnicità di corrispondenza tema-vocabolario, ad effusioni romantiche  per una donna ed un bambino che lo possiedono interamente. Sembrerebbe un ritorno all’osteria  del paese “…

Si trattava di una sensazione positiva che  pervadeva la sua mente di pensieri rivolti al futuro di persone amate, al suo personale e a quello di loro tre assieme:”  Mi piace a questo punto  porre in risalto la sensazione gradevole  che Jacob provava nello sfiorare la pelle della poltrona dove aveva gioiosamente affrontato meditazioni piacevoli ma che sentendola ormai arida  per l’assenza di Simone e Adrien in viaggio di piacere, vi versò olio di visone e riprese il massagio come se si trattasse  delle cosce e della schiena di una bella donna .  

Questo ritorno squisitamente romantico si conclude  con la donazione di Jacob a   Simone  dei terreni di sua proprietà  e ad Adrien della  sua casa di Arromanches  con  l’intero contenuto.
 Ma si approssima l’atto quinto. Adrien corre sulla spiaggia rincorrendo Picaud , entra in acqua e gioca con le onde. Un urlo “Jacob, aiuto!”  Jacob si tuffa e mentre Adrien viene salvato dal fedele Picaud che accorre in suo aiuto, egli è stroncato da un dolore violentissimo al petto.
Dieci anni dopo la fattoria di Jacob era ritornata al vecchio splendore per opera di Simone e di Adrien che non potevano dimenticare.  Un bel giorno il ragazzo  corse con la bicicletta al promontorio con la  foto di Jacob nel punto esatto dove  tante volte  era stato accompagnato. Ma una folata di vento gli rapì la fotografia che volteggiando sul mare scomparve in lontananza.
La fusione mente e cuore, scienza ed amore,  ragione e fede, realtà storica  e realtà ideale è compiuta  Tecniche scientifiche applicate al romanzo  ci riconducono  ad un giorno, ad un’ora ,  a date importanti, ad avvenimenti realmente accaduti, il tutto congiunti a nostalgici ricordi e persone in una fedele ricostruzione di vissuti individuali.
E’ un ritorno all’ultima generazione letteraria , al romanzo storico, in presenza di una crisi dell’invenzione di cui oggi tanto si parla.
Non ritengo comunque si tratti di crisi del romanzo, piuttosto di un fenomeno di adeguamento dell’attuale cultura ad un mondo che ormai non può più sognareMaiorana si inserisce magistralmente in questo filone suggerendo  in un lungo racconto nuove procedimenti  letterari che insegnino allo scrittore e al  lettore a coniugare forti sentimenti con una realtà alla quale nessuno può sfuggire.

22/08/2005





        
  



3+5=
Maiorana e Lupi

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