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Urbanistica contrattata: una prassi fallimentare

Porto San Giorgio | "La decisione di procedere all’edificazione all’interno del comparto Canossiane è l’ultima di una serie di rovinose scelte amministrative"

di Alessandro Fulimeni*

 
La decisione dei partiti di maggioranza di procedere all’edificazione all’interno del comparto Canossiane è l’ultima di una serie di rovinose scelte amministrative che rientrano in quella prassi dell’urbanistica contrattata che ha significato in questi anni, a Porto San Giorgio e non solo, il progressivo svuotamento del potere pubblico nelle scelte di sviluppo urbano, accomunando indistintamente centro-destra e centro-sinistra.
 
E’ davanti ai nostri occhi la natura fallimentare di questo modello urbanistico: l’appetito degli interessi imprenditoriali fagocita trasversalmente interi settori della politica ed è davvero deludente registrare come anche le forze di sinistra cittadine non colgano l’urgenza di combattere la rendita fondiaria ma anzi avallino un modo distorto di concepire e praticare il rapporto tra pubblico e privato nelle trasformazioni del territorio. L’urbanistica contrattata è la fuga dalla pianificazione per il bene collettivo, anzi ne costituisce l’elusione: ancora una volta la scorciatoia dell’intesa con i privati, agitando lo spauracchio di diritti acquisiti (tra l’altro tutti da dimostrare), viene privilegiata rispetto ad un impegno severo e rigoroso per pianificare una trasformazione equilibrata del territorio e contrastare la speculazione edilizia. Si tratta di un atteggiamento rinunciatario rispetto ai reali interessi pubblici di qualità e funzionalità urbana.
 
L’adozione del modello perequativo fa si che il Piano sia pesantemente condizionato dai proprietari delle aree e che il Comune debba rivolgersi a questi per attrezzare la città in cambio di diritti edificatori che finiscono per attivare una spirale perversa di cementificazione guidata dalla rendita attesa dai proprietari stessi. L’intervento devastante che si prospetta ad esempio per l’area ex Grand’Hotel è basato anch’esso su uno scambio ineguale a netto favore del privato e se dovesse realizzarsi vedrà fortemente penalizzata e mortificata la città così come le timidezze e le ambiguità dell’Amministrazione sulla questione Cinema Excelsior la dicono lunga sulla intenzione della maggioranza di farsi sincera portatrice degli interessi della collettività.
 
C’è qualcuno che in buona fede può affermare che in questo paese dalla densità urbanistica record e dal numero impressionante di seconde e terze case, edificare all’interno di Villa Canossiane, cioè in uno degli ultimi superstiti spazi verdi della città, con un rapporto costi/benefici palesemente a vantaggio del privato, sia una operazione di lungimiranza amministrativa utile per Porto San Giorgio?
 
Occorre riflettere seriamente su questa logica imperante e deleteria del “pianificar facendo, che si manifesta ogni volta che la debolezza del Comune spiana la strada alla forza della Proprietà. Oggi le domande ricche di capacità di pagamento hanno il predominio su quelle ricche di socialità, di accoglienza e di cultura e con il beneplacito della parte politica aggrediscono la filosofia stessa della programmazione territoriale accentuandone i livelli di flessibilità e indebolendone la natura pubblicistica.
 
Sull’urbanistica abbiamo allora bisogno di una vera e propria battaglia delle idee in grado di affermare che tra destra e sinistra c’è un discrimine fondamentale che riguarda i diritti sociali alla casa e ai servizi per tutti a partire dalle fasce deboli, la priorità del bene comune rispetto agli interessi di alcuni potentati, l’innalzamento della qualità della vita. Occorre organizzare la città in funzione dei diritti dei cittadini, restituire le regole della democrazia al governo del territorio, imbastire dal basso una risposta politica e culturale a questa deriva che mette a rischio l’ambiente, il paesaggio, i beni culturali, su una sintonia opposta a quelle che vengono formulate in termini di espansione, di liberalizzazione, di deroga alle norme paesistiche e di tutela. Se un progetto urbanistico parte dal censimento della domanda sociale potenziale e dai bisogni è un conto, se parte dalla disponibilità di capitali che debbono valorizzare le aree è un altro conto.
 
La nascita di un Comitato cittadino per la tutela storica ambientale e culturale di Porto San Giorgio offre l’occasione per aprire subito un serrato tavolo di confronto su quale idea di città abbiamo in mente, con la partecipazione diretta dei cittadini alla gestione del territorio, favorendo una cura dei luoghi che unicamente chi li vive può realizzare. Risulta vitale predisporre un percorso di partecipazione che individui occasioni di coinvolgimento dei Quartieri e dei cittadini nei diversi momenti delle scelte urbanistiche, ma anche possibilità di controllo e revisione degli iter amministrativi.
 
Punto Rosso ritiene urgente attivare e praticare da subito un forte coinvolgimento della cittadinanza nella realizzazione non più rimandabile della Variante generale al Piano Regolatore, congelando contestualmente le situazioni edilizie in atto (Porto, area ex Grand’Hotel, Canossiane, Villa Pelagallo, area Cinema Italia ecc.) e tornando a garantire il primato dell’interesse pubblico su quello privato.
 
*Presidente associazione Punto Rosso Porto San Giorgio

26/08/2005





        
  



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