La segreteria provinciale della Cgil ha diffuso un comunicato stampa nel quale formula alcune considerazioni in merito al sistema sanitario.

 

Ne emergono alcuni argomenti piuttosto delicati, suggerimenti ed indicazioni.

 

"Lo sviluppo equilibrato di un sistema sanitario verso criteri di appropriatezza e razionalità - si legge - non può essere sottoposto ai vincoli di un modello organizzativo unico che si proponga l'ambizione di indicare regole valide per tutti i contesti.

 

Attraverso un confronto trasparente con le comunità locali va proposto un progetto che porti a sostituire quelle strutture ospedaliere (Porto San Giorgio, Montegranaro, Montegiorgio) che ormai non hanno più prospettive, con poli sanitari che rispondano in modo altrettanto adeguato alle reali esigenze locali attraverso servizi di ricovero post acuzie, di diagnostica, di day hospital.

 

Inoltre, nel territorio fermano sono necessarie sedi di erogazione delle prestazioni sanitarie tra le più vicine possibili al domicilio delle persone, devono essere garantiti interventi di emergenza sanitaria 24 ore su 24, deve essere facilitato l'accesso ai servizi diagnostici e ridotte le liste di attesa, semplificati i percorsi di accesso alle prestazioni, evitando ai cittadini inutili file o passaggi burocratici ingiustificati, devono essere utilizzate al massimo le potenzialità offerte dalle nuove tecnologie decentrando quanto più possibile i servizi diagnostici senza costringere le persone a sopportare continue e faticose trasferte.

 

Nell'individuare i percorsi di riorganizzazione del sistema sanitario non si può prescindere dalle differenze territoriali.

 

In considerazione del fatto che la zona montana di Amandola ricade nella nuova provincia di Fermo va evidenziato come tale territorio rappresenti una priorità nella riorganizzazione e ricollocazione dei servizi.

 

Un rilievo importante va fatto per il servizio di Pronto Soccorso di Fermo chiamato a rispondere all'utenza di tutto il territorio.

 

Se da una parte l'organico è stato adeguato alle esigenze, il personale non può rispondere nel modo migliore alla cittadinanza per la grave inadeguatezza dei locali e della loro collocazione. L'impegno richiesto dall'ospedale in termini di dotazioni tecnologiche (progressivamente più sofisticate e costose), qualificazione delle risorse umane necessarie e complessità delel procedure diagnostico terapeutiche, è dunque ormai tale da rendere obsoleta la visione del presidio ospedaliero quale struttura di riferimento unica ed esaustiva per un determinato ambito territoriale.

 

E' invece indispensabile che l'ospedale si configuri come uno dei nodi in un sistema complesso, in un mosaico di strutture e di servizi che intrattengano tra loro relazioni ed interconnessioni in funzione della diversa specializzazione e complessità tecnica e dei bacini dei utenza di riferimento".