Nel cuore di questa estate così incerta non solo per i capricci meteorologici, ma anche per il nebuloso orizzonte economico e sociale entro il quale stiamo vivendo, la ricchezza dell’offerta culturale che il territorio provinciale, nelle sue componenti ascolana e fermana, ha saputo proporre costituisce un rassicurante punto saldo. Anzi, essa è segno della vitalità delle comunità locali e della loro capacità di cercare percorsi nuovi in coerenza con le sfide del momento, anche nell’ottica della valorizzazione turistica del territorio.

Concorso violinistico “Postacchini”, Europe 2005, Premio Nazionale “Paolo Volponi”, Veregra street Festival, Armonie della sera, Perpianosolo Meeting, i Teatri del Mondo, il teatro classico ed il percorso su Antigone, Tam Festival, Colli Arte 2005, Summer Festival, Cabaret Amore Mio, Cupramusicafestival: questi solo alcuni degli eventi di qualità e di successo che hanno richiamato pubblico non soltanto locale e che hanno permesso a questo territorio di essere presente nel cartellone regionale  “Estate marchigiana”, senza sfigurare accanto alle proposte delle altre province.

Per la loro realizzazione l’Amministrazione provinciale ha investito a tutt’oggi nei quaranta comuni del Fermano la somma di circa 326.000 euro, fra fondi propri e regionali, di cui 47.000 impegnati per la sola città di Fermo.

Ma non è sulle risorse, pure importanti, che volevo richiamare l’attenzione dei lettori, quanto piuttosto sul tema più ampio della programmazione culturale, sulla quale occorre aprire una importante riflessione comune.

 Sia nei contesti europei che in altre regioni italiane, infatti, ci si muove secondo le logiche del distretto, anche per quanto attiene la cultura e la formazione. Distretto vuol dire capacità di pensare il territorio come un sistema: un obiettivo a fronte del quale riscontriamo invece una realtà provinciale caratterizzata da una frammentazione ancora alta, che in taluni casi non fa emergere tutta la forza propositiva del territorio, favorendone, talvolta, persino la polverizzazione.
Per mettersi nella prospettiva che ci è richiesta dai tempi occorre invece lavorare in maniera integrata fra gli Enti, fra pubblico e privato e fra Ascolano e Fermano, il che vuol dire essere in grado di elaborare un grande progetto culturale provinciale che, seppure in un’ottica bipolare, permetta a questo territorio di qualificarsi all’interno della cultura marchigiana, e non solo, portandosi ai livelli di grandi proposte, quali quelle pesaresi o maceratesi.

L’ottima relazione ed il rapporto di reciproca fiducia fin qui avuti con gli Assessori comunali alla Cultura e con i Direttori artistici dei principali eventi danno certezza che la sfida con la quale da subito dovremo misurarci possa essere felicemente raccolta, già per la programmazione 2006, con sorpresa spero positiva di chi, forse offuscato dai capricci del tempo, non riesce a vedere l’orizzonte.