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Economia e lavoro, sanità, infrastrutture

Montegranaro | Francesco Verducci (Ds) interviene in merito a temi di particolare attualità e lo fa dal tavolo dei relatori della Festa de l'Unità

di Stefania Ceteroni


Intervenuto nell'ambito di uno degli incontri inseriti nel programma della festa de L'Unità in corso in zona La Croce, il segretario diessino Francesco Verducci ha fatto il punto in merito ad alcune questioni di particolare attualità. Riflessioni, le sue, che hanno riguardato - tra l'altro, economia e lavoro, sanità, infrastrutture.
 
1. Economia e lavoro.
La ricetta migliore? Non perdere tempo. Ma fare, intervenire, sostenere. Le nostre produzioni non vanno solo difese, ma soprattutto valorizzate.
 
Il Fermano è la prima Provincia artigiana d’Italia. Una impresa ogni otto abitanti. Guai a disperdere questo patrimonio. Il saper fare, la laboriosità, il talento, la creatività, la voglia di crescere e di intraprendere sono le nostre carte migliori. Ma da sole possono non bastare, di fronte agli scenari della concorrenza internazionale. Soprattutto oggi, nella morsa di una recessione che fiacca il Paese, di una crisi che colpisce le famiglie e fa crollare i consumi. Ma guai a commiserarsi. Serve invece uno scatto. Una ripartenza. E le istituzioni facciano la propria parte.
 
La questione calzatura deve diventare una grande vertenza nazionale. La portata del problema, vitale per l’economia del Fermano, non può essere relegata nell’ambito locale o regionale.
 
Artigiani e imprenditori sanno bene che è colpa del Governo nazionale se abbiamo perso quattro anni fondamentali per rispondere alla crisi con misure serie ed incisive, sia economiche sia legislative. Dal 2001 ad oggi nulla è stato fatto per il manifatturiero: è stato abbandonato a sé stesso il comparto che negli ultimi venti anni ha costituito la vera ricchezza del Paese, il traino del sistema economico italiano.
 
E’ urgente che l’Unione Europea ottenga anche per le calzature accordi di limitazioni temporanee delle importazioni e che finalmente venga introdotta l’etichettatura d’origine dei prodotti. Ma è bene sapere che la crescita delle importazioni cinesi o extracomunitarie non è l’unica causa delle difficoltà dei nostri produttori.
 
La priorità è che l’Italia abbia una politica industriale. Faccia delle scelte. Investa nelle potenzialità. La destra al Governo in questi anni si è occupata d’altro. Di Legge Cirami o di Art. 18, rendendo il Paese più precario ed insicuro.
 
Quali misure concrete?
Lotta alla contraffazione. Istituzione e tutela di marchi ‘made in italy’. Taglio dei costi di oneri sociali e IRAP. E poi misure di spinta, propulsive, di sostegno alla competitività: investimenti in ricerca e sviluppo, crescita dimensionale, promozione e internazionalizzazione, innovazione tecnologica e organizzativa.
 
A livello locale:
Evolvere in un grande ‘distretto della moda’, avanzato, diversificato e di eccellenza, capace di attrarre investimenti. Puntare su innovazione, conoscenza, capitale umano. Sulla coesione sociale. Fare sistema stringendo un patto per la crescita tra istituzioni, mondo del lavoro, imprese, credito, università. Snellire la burocrazia. Le Banche, il credito, finanzino le idee, e non i capitali.
E fare in modo che nasca una nuova cultura d’impresa tra i nostri imprenditori.
 
Nuovo sviluppo e nuovi lavori vanno di pari passo. Oggi, nel Fermano, l’emergenza occupazionale è una grande questione sociale. Le statistiche su mobilità, cassa integrazione, precarietà ci indicano la vera sfida della nuova Provincia: lavoro, opportunità, qualità della vita. Una Provincia solidale, innanzitutto.
 
2. Sanità.
La sanità è un tema decisivo per il Fermano. Vi si riversano le aspettative ed i bisogni dei cittadini e delle famiglie, a cui bisogna dare risposte, portando avanti il lavoro di potenziamento della sanità del Fermano, non tacendo sulle criticità, ma a partire dalle tante risorse che abbiamo.
 
Dovremo aprire una vertenza regionale, affinchè ci vengano riconosciuti requisiti e criteri basilari per la nostra sanità.
 
Potenziare la sanità nel Fermano significa affrontare i termini essenziali della questione: prevenzione; emergenza; acuzie; sistema territoriale della medicina di base. Al centro di questi 4 punti cardinali c’è l’Ospedale di rete, il Murri di Fermo.
L’Ospedale di Rete va ulteriormente potenziato in termini di posti letto, specializzazioni, qualità degli operatori, tecnologie, anche nel quadro della nuova valenza provinciale, divenendo su alcune specialità (ad esempio le malattie vascolari) un punto di riferimento per la sanità regionale.
 
Sul Murri, il nostro Ospedale di rete, gravano enormi limiti logistici: l’inaccessibilità del Pronto soccorso, l’impraticabilità di alcuni spazi, l’ubicazione infelice, frutto di scelte sbagliate del passato.
Dobbiamo correggere quegli errori.
Va concretizzata l’ipotesi del nuovo Ospedale di rete, baricentrico e che dia risposte a tutte le vallate e le zone della nuova Provincia. Non è una chimera, ma un obiettivo a portata di mano, sul quale mettersi al lavoro e chiamare a raccolta l’intero sistema politico/istituzionale/socio-economico del Fermano, per ottenere dalla Regione gli investimenti necessari.
 
E’ necessario ridefinire la programmazione e la riorganizzazione sanitaria nell’ottica della nuova Provincia di Fermo. Mettere in campo contenuti e priorità. Pensare alla sanità come alla spina dorsale della nuova Provincia.
 
La priorità è oggi far funzionare a regime il Pronto soccorso ed i punti di Primo intervento, accorciare i tempi delle liste d’attesa potenziando e diversificando l’offerta specialistica.
 
Va subito completato il sistema dell’emergenza nella Zona 11, attivando in tempi strettissimi le Potes-118 a Petritoli (per coprire la Valdaso) e Montegranaro (per coprire il calzaturiero), che aggiungendosi a quelle già operative a Montegiorgio e Porto San Giorgio ne decongestionano i compiti e permettono un completo funzionamento del servizio su tutto il territorio. Attivare ovunque il 118 è la risposta più urgente e necessaria ai bisogni di sicurezza sociale e sanitaria dei cittadini del nostro territorio.
 
Le trasformazioni della sanità nel Fermano debbono trovare un proprio criterio guida, in modo che i vecchi poli ospedalieri possano diventare a breve i terminali della medicina sul territorio, conservando ognuno una forte vocazione: riabilitazione, terapia del dolore, residenzialità post-acuzie e per anziani, emergenza, medicina del lavoro, assistenza domiciliare.
Le eccellenze vanno accentrate nell’ospedale di rete provinciale, ma l’offerta dei servizi sanitari, sociali e della medicina devono rimanere sul territorio, in modo da non impoverirlo.
 
La sanità ed il diritto alla salute siano valore aggiunto dell’intero sviluppo sociale ed economico del Fermano.
 
3. Infrastrutture
Il Fermano non va ‘protetto’, ma va soprattutto messo su un trampolino di lancio, per cogliere appieno tutte le potenzialità che esprime.
Noi diciamo che la priorità è innovazione e modernizzazione.
Siamo in una fase di grandi trasformazioni, ed in qualche modo fondativa, perché dovremo fare grandi scelte, decisive per il futuro, come è accaduto negli anni ’50 e ’60.
 
Una Provincia europea. Che abbia chiaro il suo ruolo, la sua ‘mission’. Che investa su innovazione e modernizzazione. Su nuove infrastrutture. Quelle viarie, per colmare un ritardo storico. Quelle immateriali, della conoscenza: l’università.
Una Provincia che punti sul capitale umano, sul talento, sulle opportunità, sul saper fare. Che punti sulla qualità del lavoro e dello sviluppo. Che investa nel sociale, perché tutti abbiano gli stessi diritti e le stesse possibilità.
 
 

01/09/2005





        
  



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