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Sostenibilità Ambientale

| La società moderna è più o meno sostenibile delle società tecnologicamente arretrate che l'hanno preceduta?

di Cesare Pasini

Cos'è la sostenibilità ambientale? E' l'impatto più o meno distruttivo delle attività umane sugli ecosistemi naturali. E gli ecosistemi naturali, cioè  in sostanza il territorio, sono, chiaramente, la principale risorsa primaria.

La domanda cruciale è: la società moderna è più o meno sostenibile delle società tecnologicamente arretrate che l'hanno preceduta?  A prima vista le società preindustriali sembrano più sostenibili, perché producono meno beni materiali, consumano poche materie prime di origine mineraria e lasciano pochi rifiuti. Ma se si tiene conto del fattore produttività, ci si accorge che nei paesi sviluppati proprio la principale risorsa primaria è meglio salvaguardata.

 Infatti l'agricoltura moderna, non solo fornisce cibo in abbondanza ad una popolazione molto più numerosa ma, grazie alla sua altissima produttività, riesce a fare a meno di grandi estensioni di terreni marginali, coltivati fino a non molto tempo fa.

E per quanto riguarda l'industria, una volta che i principali mercati dei beni materiali sono stati saturati, si passa da un mercato in crescita a uno di sostituzione, nel quale le produzioni industriali vengono in gran parte sostituite dai servizi. E dato che un'economia di servizi consuma meno materie prime ed energia, cala l'inquinamento.

Ma l'inquinamento diminuisce ancora di più perché gran parte dei rifiuti vengono riciclati, mentre gli inquinanti più pericolosi vengono abbattuti.

 Infine le nuove tecnologie, come quelle segnalate dal sito dell'Ecofantascienza, in futuro potranno ridurre in misura ancora maggiore il consumo delle materie prime, a partire da quelle energetiche.

In questo momento molti paesi emergenti si stanno a loro volta industrializzando, e probabilmente fra una trentina d'anni i tre quarti della popolazione mondiale avranno raggiunto livelli di benessere di tipo europeo; anche loro, quindi, dopo una fase di crescita, sperimenteranno l'abbandono dei terreni marginali, l'aumento della superficie di boschi e foreste, e la diminuzione di tutte le emissioni inquinanti.

Ma c'è un importante settore dell'economia che va in controtendenza. Da quando, qualche decina d'anni fa, il mercato automobilistico è stato saturato, i veicoli, invece che più efficienti, sono diventati sempre meno efficienti. Infatti oggi hanno motori molto più potenti, e per svolgere il solito servizio di trasportare cose e persone, consumano il doppio di  prima.

Se anche l'auto avesse conosciuto lo stesso andamento di alimentari, abbigliamento, abitazioni, elettrodomestici ecc., la sostenibilità ambientale della società industriale matura risulterebbe molto più evidente.

Il modello occidentale, imperniato sul binomio democrazia ed economia  di mercato, oggi viene accusato di essere la causa della povertà e dei problemi dell'ambiente. Ma questa è un'accusa paradossale. Non c'è mai stato nella storia un così alto e diffuso livello di benessere, dimostrato da una speranza di vita che ormai ha raggiunto i 60 anni,  il doppio rispetto a qualsiasi altra epoca.

E questo benessere è stato ottenuto proprio con questo modello di stato e di economia, che ha già sollevato dalla povertà i paesi "occidentali", e adesso sta ripetendo il miracolo con la maggior parte della rimanente popolazione mondiale. E per quanto riguarda l'ambiente, il continuo miglioramento della situazione nei paesi sviluppati non ha bisogno di conferme, ma è dimostrato da tutte le statistiche.

Non è più accettabile, quindi, l'atteggiamento di chi, per ragioni ideologiche, rovescia la realtà per spaventare l'opinione pubblica, con la scusa che questo serve a mantenere alto l'interesse per la causa ambientale.

Se non si rispetta la realtà i problemi non si risolvono, e le risorse vengono dirottate nelle direzioni sbagliate. Come dimostrano per esempio i 50 miliardi di Euro spesi dallo Stato italiano per incentivare eolico e fotovoltaico, che producono solo lo 0,5% dell'energia elettrica, per di  più
 in una forma discontinua e di scarsa utilità (dato ripreso dall'articolo "Energia, quale futuro?" pubblicato su Le Scienze di giugno 2005). Solo partendo dalla realtà dei fatti i problemi possono essere individuati e avviati a soluzione, e nessuno ha dimostrato di saperlo fare meglio di una moderna democrazia.

29/09/2005





        
  



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